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1000 Miglia – Commodore Amiga

La recensione che sto per fare è di un gioco che non dovrebbe esser recensito. So che non è una frase particolarmente incoraggiante e che non andrebbe posizionata così in cima ad un articolo, ma il fatto è che l’argomento del videogioco rasenta livelli di commozione non indifferenti per ogni nostalgico d’italica stirpe: infatti il gioco di cui andiamo a parlare è 1000 miglia, simulatore di guida realizzato in onore dell’omonima, mitica corsa d’auto dall’Italiana Simulmondo nel 1991.

Questo videogioco è stato realizzato per omaggiare quella gara mitica, avvenuta in tempi dove l’automobilismo era ancora una disciplina elitaria (anche se molto seguita dal pubblico) e solo i grandi (o LE grandi, come Miss Sayonara Ada Pace) temerari avevano il fegato di rischiare il collo su tracciati poco sicuri e su mezzi traballanti ed estremamenti pericolosi.

Oltre al fattore indubbiamnte romantico dell’omaggio ad un tempo andato e che non tornerà – nel bene e nel male – del nostro Bel Paese, c’è anche l’ovvia considerazione: probabilmente Simulmondo voleva provare a ritagliarsi una nicchia nel mondo dei simulatori di guida, in rapida espansione ai tempi e che puntava molto sui videogame a tema (in un articolo precedente abbiamo parlato del videogioco quasi contemporaneo dedicato alla Porsche), senza peraltro che ci fosse un titolo veramente superiore agli altri.

Dopo tutta questa premessa, dove qualche lacrima è scesa sui “troppi ricordi”, risulta difficile commentare obiettivamente il gioco; a dirla tutta, questo presenta numerose imperfezioni. Infatti si tratta di un gioco molto semplice da giocare in linea teorica (i percorsi sono perlopiù composti da drittoni su strade mediamente larghe) e abbastanza scorrevole come funzionamento; tuttavia succedono spesso dei rallentamenti riconducibili a scontri con altre auto o altri corpi presenti sul terreno: la cosa non sarebbe un problema se non fosse che delle volte questa cosa avviene abbastanza casualmente – spesso ci si ritrova a spingere in avanti un auto che si vedeva più distante, mentre d’altra parte gli urti laterali spesso non avvengono di peso e si passa in mezzo al cumulo di pixel rappresentativo delle altre auto senza problemi. Inoltre, è possibile che da un momento all’altro si sia costretti a fermarsi a causa di noie meccaniche.

Ulteriori perplessità sono legate alla scelta del sonoro: la gara è infatti accompagnati da un sottofondo quasi industrial di sintetizzatori (simboleggianti il rombo del motore) punteggiato dalle batterie riverberate che partono a seguito degli scontri con gli avversari. Ma quando si vedono nel menu – o nelle pause per i guasti – le foto d’epoca, a chi importa tutto questo???

I commenti del pubblico

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