Scontro finale
Uscito originariamente nel 1989 e convertito nel 1990 per Super Nintendo, Final Fight è un picchiaduro a scorrimento invecchiato non troppo bene ma che mantiene comunque la sua magia retrò.
Ci troviamo di fronte a un beat ‘em up classico caratterizzato da una grafica molto curata e da un sistema di combattimento semplice e immediato.
Giocarlo al giorno d’oggi non ci permette di soprassedere sui movimenti legnosi e su una certa ripetitività delle sequenze che mancano del mordente de dell’innovazione di altri giochi del genere.
Dobbiamo tener conto di essere però di fronte agli albori del genere e chiudere un occhio sulle mancanze.
Final Fight risulta così un picchiaduro a scorrimento classico che ci vede vestire i panno dell’enorme sindaco di una città degradata, alla ricerca della figlia rapita dall’organizzazione criminale Mad Gear.
Punk, criminali e boss fight
Gli avversari che incontreremo sono piuttosto vari e rendono il gioco più piacevole e divertente.
Eccellenti sono i boss con la caratteristica però di essere troppo difficili, creando un dislivello immenso tra i normali nemici che incontreremo e malmeneremo durante l’avventura e i boss, in grado di toglierci tutta l’energia in pochi colpi.
Nel complesso Final Fight risulta così un buon gioco, un titolo dedicato agli amanti del retrò e ai nostalgici, sconsigliato invece a chi sta semplicemente cercando un rappresentane del genere.
Nostalgia o meno, i livelli sono troppo lineari e le meccaniche troppe volte noiose. Un capolavoro del passato quindi, incapace però di invecchiare bene come è successo ad altri prodotti. Complice forse anche questa conversione con una grafica sbiadita, ben distinta ma poco accattivante nel suo complesso.
Da recuperare per vedere un pezzo di storia del beat ‘em up, tutti gli altri farebbero meglio a cercare in altri lidi per godersi esperienze più complete e piacevoli di fronte a un prodotto che lascia un po’ il tempo che trova.