Termina… Power Blade!
Power Blade, conosciuto con una miriade di altri titoli tra i quali Power Mission e Power Blazer è un titolo che somiglia per certi versi al classico Mega Man.
Ci troviamo alle prese con un’invasione aliena, anzi un hacking alieno.
Le perfide creature stellari sono infatti penetrate all’interno di un megacomputer che gestisce una civiltà futuristica, portando automi vari ad attaccare gli umani, necessitando così l’intervento del nostro protagonista, una specie di Terminator rielaborato per l’occasione.
Eccoci quindi alle prese con un platform action con componenti esplorative all’interno del quale ci troveremo ad affrontare interessanti sequenze terribili boss e fasi molto complicate come si confà all’epoca del gioco.
Solido e divertente
Power Blade non innova gran che, offre però un’esperienza solida e piacevole.
La grafica è molto curata e, nei suoi limiti, riesce a far trasparire il mondo di gioco e a coinvolgere il giocatore.
La pixel art non invecchia, e ad aiutare corre il design dei boss e degli avversari molto interessante e in certi casi discretamente originale.
Il risultato finale è un prodotto che si lascia giocare anche oggi, senza gridare al miracolo ma capace comunque di dare notevoli soddisfazioni al retrogamer in cerca di un gameplay in stile Mega Man e una ambientazione più cupa e cyberpunk.
Assolutamente non imperdibile, ma un buon gioco che, nonostante non lasci un grande segno nella storia dei videogiochi, merita ancora le vostre attenzioni, in particolar modo se vi piace il setting e lo stile visivo scelto dagli sviluppatori.
Memorabili sono le musiche che accompagnano in modo incalzante l’azione di gioco.
Abbastanza complicati i comandi che necessitano una grande precisione nelle sequenze platform, cosa che potrebbe far storcere il naso a chi non è avvezzo al retrogaming più storico.
Merita comunque un’occhiata anche per godere dei furti stilistici fatti qua e là, prima tra tutti la figura del più classico dei Duke Nukem.