Realismo sì o no
La campagna Kickstarter di Antstream fa riflettere sulla situazione dei videogiochi di oggi.
Si parla infatti della nostalgia di mondi colorati, di avventure sopra le righe e di personaggi unici e indimenticabili come quelli che troviamo nell’universo del retrogaming, oltre che nei moderni titoli ad ispirazione retrò.
Se guardiamo all’evoluzione dei videogiochi, oltre a qualche mosca bianca, troviamo un viaggio che si è mosso anno dopo anno sempre più verso un realismo.
Certo si parla di mondi apocalittici, universi diversi dal nostro, mitologie e creature fantastiche ma, in generale tutto viene vissuto in modo piuttosto simulativo e ben ancorato alla nostra realtà.
Molto difficilmente qualcuno oggi racconterebbe le avventure di un porcospino blu o di un baffuto idraulico in un mondo popolato da tartarughe antropomorfe e funghi.
Addirittura qualcosa come Spyro, sembra un appannaggio lontano, e lo splendido The Last Guardian uno dei giochi che ci ha regalato una delle poche creature fantastiche davvero memorabili negli ultimi anni.
Non solo i gameplay hanno preso una direzione precisa, rendendo alcune meccaniche ormai uno standard videoludico, ma allo stesso tempo la fantasia si è come contratta, quasi i videogiochi stessi fossero cresciuti con noi portandoci verso la dura realtà.
Manca la fantasia? O il media è semplicemente evoluto
Certo, chi vi parla apprezza soprattutto le narrazioni nei videogiochi, apprezza il suddetto realismo e apprezza i grandi open world come l’imminente Days Gone, il recente Red Dead Redemption 2 o lo splendido Zelda Breath of The Wild.
Viene quindi da chiedersi se il videogioco non sia semplicemente evoluto.
Proviamo però a immaginare un titolo dell’epoca con una veste grafica moderna, magari uno dei grandi classici capaci di appassionare e di raccontare mondi fantastici anche senza la necessità di realismo e violenza.
Forse un videogioco del genere ci regalerebbe delle emozioni incredibili.
E’ per questo che siamo così legati a remastered e riedizioni? O non siamo più pronti a calarci in mondi troppo lontani dal nostro e a vivere magiche avventure che ci sono state proposte in rarissimi casi da titoli come Ori and The blind Forest?