Ci sono titoli ormai dimenticati che nemmeno ai tempi della prima uscita in sala giochi ebbero un successo clamoroso, pur ritagliandosi uno spazio personale tra gli appassionati. A questa “nicchia” appartiene sicuramente OutZone, sparatutto verticale prodotto da Toaplan e uscito senza troppo clamore nel 1990, che faceva della parte tecnica il suo assoluto punto di forza.
Ora guardate il video in fondo al testo e provate a darci torto: per un titolo così vecchio, si difende ancora bene in aree come il dettaglio grafico, gli effetti speciali e la colonna sonora. Soprattutto quest’ultima vantava una realizzazione degna di produzioni molto più celebri ed era formata da parecchie tracce molto orecchiabili. Per fortuna, OutZone non era solo un’ottima demo tecnica, ma anche uno sparatutto più che discreto.
Precisando che non c’era quasi nulla di originale, la solita meccanica dell’uno contro tutti veniva applicata a livelli molto ben realizzati sia come planimetria, sia come caratterizzazione estetica. Già il primo stage partiva lanciato con ambientazioni desertiche costellate di macerie tecnologiche e costruzioni futuristiche, tutte molto dettagliate. Sebbene si potesse andare solo verso l’alto, lo scrolling “forzato” non limitava la voglia di scoprire cosa c’era più avanti.
A livello di gameplay, OutZone era molto difficile come da copione per questa categoria. Le partite iniziali potevano anche durare solo un paio di minuti, il tempo per i nemici di circondare il nostro guerriero. Ma imparando a scegliere bene le armi da raccogliere, e qualche manovra evasiva, riuscivamo a ritagliarci qualche secondo di sopravvivenza extra. In pratica, finirlo voleva dire spendere una discreta fortuna, tra crediti e “continue”.
L’assenza di novità struttuali e una grafica che, con il tempo, è stata superata da altri titoli hanno condannato OutZone all’oblio dei tanti sparatutto usciti negli anni ’90. Ma il revival dei giochi classici e il movimento dei retrogamer riscopre regolarmente piccoli gioielli come questo, spesso più belli da vedere che da giocare.
Una risposta
Era il mio gioco preferito di quegli anni.
Alla fine dei 7 livelli, ricominciava dall’inizio andando più veloce e quindi aumentando la difficoltà.
Con un solo credito (200 lire), lo finii due volte e mezzo.
PIAZZONE77