Se c’è un gioco che ha potuto insidiare Street Fighter II per la corsa al trono dei picchiaduro anni ’90, questo è sicuramente Mortal Kombat. Arrivato al successo più per gli elementi “di contorno” che non per l’effettiva qualità del gameplay, resta un titolo di importanza storica per l’intero mondo dei videogame avendo creato una serie che prosegue ancora oggi.
Midway, la casa produttrice originale, pensò bene di non affrontare direttamente il colosso firmato Capcom creando l’ennesimo clone. Puntò invece sulla violenza gratuita e su uno stile grafico “realistico” che usava immagini digitalizzate per i personaggi al posto dei classici sprite disegnati a mano. Il tutto dava a Mortal Kombat un aspetto sì grezzo e poco rifinito, ma anche unico nel suo genere.
Ma era, ed è tuttora, la quantità di sangue lanciato sullo schermo che cambiò completamente le regole del genere picchiaduro. Ogni colpo proiettava in aria schizzi della celebre sostanza rossa, che diventavano fiumi al termine dell’incontro grazie alle celebri Fatality. Queste mosse “super-speciali” servivano a uccidere l’avversario in modo più o meno cruento e scatenarono l’ira dei benpensanti.
Inutile, perché noioso, ricordare tutta la trafila vissuta dalle conversioni casalinghe con la censura statunitense ma basta dire che l’intera questione non fece altro che dare maggiore popolarità a Mortal Kombat. Anche considerando che come picchiaduro era poco bilanciato, parecchio noioso e non troppo interessante a livello di cast. A parte gli intramontabili Scorpion e Sub-Zero, diversi personaggi sembravano più dei semplici riempitivi.
Ovviamente, tolta la violenza Mortal Kombat non aveva granché da offrire sia come campionario di mosse, sia come innovazioni rispetto ai concorrenti. Eppure le sole Fatality bastarono a renderlo un successo clamoroso prima in sala giochi (c’erano persone sempre a caccia dei comandi per realizzarle) e poi a casa. Grazie ai molti seguiti, il picchiaduro firmato Ed Boon si è poi rifinito in tutti gli elementi chiave, fino a meritare col tempo l’enorme successo iniziale.