Rocky – Sega Master System | Non fa male!
Uscito nel lontano 1987, Rocky per Sega Master System è un tie in dedicato alla celebre pellicola, capolavoro di Silvester Stallone.
Purtroppo il titolo, non ottiene il successo sperato.
Dopo le folli spese di acquisizione dei diritti infatti, SEGA si ritrova a sviluppare un gioco dalla grafica eccellente, ma dal gameplay piuttosto deludente che lo fa sembrare un’operazione commerciale, più che un gioco vero e proprio dedicato alla nobile arte.
Non mancano elementi interessanti, come l’allenamento, vero cuore del film, dove ci troviamo a potenziare il nostro Rocky.
Il gameplay però non decolla mai, e le sequenze sono fin troppo lunghe.
Grazie al pessimo tempismo dei comandi, superare questa particolare fase è una questione di pura e semplice fortuna.
Il risultato è un giocatore annoiato ancor prima di salire sul ring.
Una pessima idea che poteva funzionare programmando meglio questa sequenza che avrebbe caratterizzato in modo positivo il titolo.
Rocky – Sega Mster System | Pugni cinematografici
La meccanica dei combattimenti è piacevole, nonostante ci troviamo a gestire praticamente solo i colpi di Rocky, mentre i movimenti sono controllati da una sorta di script.
Anche in questo caso, il gioco non è rifinito a dovere e risulta difficile gestire gli incontri, tra pugni e schivate poco chiare e un feedback dei comandi pessimo.
Il gioco si è conservato più che altro come una curiosità, di sicuro non come un buon gioco di boxe.
Grande assente è la colonna sonora, cosa inspiegabile per un titolo su licenza.
La sensazione è che, nella produzione di Rocky, SEGA avesse esaurito i fondi prima di arrivare a contrattare le licenze sulla parte audio. Un’occasione sprecata, quella che poteva dar vita a un prodotto di spessore, magari ancora oggi ricordato.
Dimenticato da tutti per buone ragioni, Rocky riesce a difendersi solo nel dettaglio grafico tuttora accettabile soprattutto nei pugili.
Ma è davvero troppo poco per farne un buon titolo, soprattutto in relazione al nome che aveva in copertina.
Senza volerlo, confermò la pessima carriera di Sylvester Stallone nei videogame, costellata da pochissime buone uscite nell’arco di molti anni.