Nel momento di massima diffusione del Commodore 64 in Italia, spuntarono perfino delle produzioni nostrane come il qui presente Lupo Alberto. L’adattamento del celebre fumetto di Silver non poteva che essere un gioco di piattaforme a scorrimento laterale, sulla falsariga di Mario ma con il gioco a due in contemporanea (più unico che raro su C64). Ovviamente non poteva competere con i migliori esponenti della categoria, ma vantava un certo carattere.
L’obiettivo classico era superare ogni livello ammassando punti e bonus, superando i nemici evitandoli oppure eliminandoli con il tradizionale salto in testa. Lupo Alberto non aveva granché come varianti sulla formula usata da decine di altri titoli, ma l’immediatezza dei comandi e la varietà nei livelli lo rendevano subito simpatico. Anche la colonna sonora, orecchiabile e di buon ritmo, contribuiva a creare la giusta atmosfera da cartone animato.
Peccato che graficamente sembrava parecchio datato anche per il 1990: certi elementi (come le nuvole) risultavano troppo approssimativi e la scarsità dei colori faceva il resto. Inoltre, c’erano alcuni chiari errori di progettazione come i caricamenti a metà livello, addirittura a metà di un salto, e piattaforme “cieche”. Capitava spesso di dover salire o scendere senza vedere la destinazione, finendo per sbattere contro un nemico.
Il fatto di dover ripetere sempre tutto dall’inzio, in un gioco discretamente esteso, era un altro difetto del titolo firmato Idea Software. Come tutti i platform, andava imparato a furia di ripetizioni, ma raggiungere i livelli avanzati solo per rifarsi di nuovo quelli iniziali risultava fin troppo fastidioso. Anche un fan di Lupo Alberto, alla fine, doveva scendere a patti con questi problemi strutturali.
Pubblicato anche su Amiga, non ebbe un grande successo nemmeno in Italia pur avendo l’immancabile ampia copertura sulle riviste dell’epoca. Era evidente che anche in questo caso la “maledizione delle licenze” avesse colpito ancora. Lupo Alberto era un gioco di piattaforme appena discreto, simpatico per una partita e via ma che non rispecchiava l’illustre fumetto originale.