Ogni tanto, dopo ore di lavoro massacrante o studio matto e disperatissimo, si sente una necessità. Una necessità chiara e viscerale. A volte non la si percepisce subito, ma una volta portata allo scoperto non può che essere accettata e, una volta soddisfatta, non può che generare un grande sollievo: sparare. Videoludicamente, sparare. E per sparare, quale gioco può esser migliore di uno shooter vecchia scuola come Silkworm???
Silkworm è un videogioco sparatutto a scorrimento 2D come si facevano una volta, pochi giri di parole e molta azione. Dopo un menu scarno in cui vengono brevemente spiegate le istruzioni, si viene catapultati direttamente alla guida di un aereo in missione, per cui si deve esser pronti da subito a schivare missili e colpi di obice.
Essendo un gioco studiato per adattarsi ai joystick anni ’80/90, Silkworm prevede due semplici tipi di azione: muoversi evitando i colpi degli avversari (aspettatevi molteplici minacce, con nemici brulicanti dalla terra dal cielo e dal mare) e sparare sparare sparare a più non posso. Contano molto riflessi e agilità, dimenticandosi orpelli quali tattica, strategia, etc…
A seconda della versione a cui giocherete, il gioco prenderà pieghe diverse: nella versione da me provata per Commodore Amiga esso prevede un finale dopo un certo numero di missioni via via più complesse; nella versione originale (sviluppata per arcade nel 1988) il gioco poteva continuare all’infinito – sino a quando il giocatore non avesse perso tutte le vite a sua disposizione.
Da un punto di vista tecnico, è un gioco gradevole e scorrevole, un po’ grezzo forse nelle grafiche e nei movimenti – ma bisogna ricordare l’epoca in cui è uscito: ai tempi era sicuramente un titolo all’avanguardia (ed infatti era stato salutato con critiche molto positive).
In sostanza, Silkworm è come un buon film d’azione d’antan: sai già come sarà la storia e sai che non ne uscirai arricchito intellettualmente; ma, mentre giochi a questo videogame o guardi un film di Chuck Norris, sai anche che ti divertirai e ti rilasserai. Per me, questo basta.