Non sempre per avere una buona idea bisogna per forza essere originali. Spesso basta prendere un’idea già sperimentata, ammodernarla, rimescolarla, aggiungere un pizzico di “locura” e si hanno risultati ben più che soddisfacenti, soprattutto a livello di gradimento del pubblico.
Skweek segue questa teoria: riprende e rielabora un insieme di concetti già ampiamente sperimentati da videogiochi precedenti per proporre una formula di gioco propria.
Skweek, sviluppato nel 1991 dalla casa di produzione francese Loriciel (per questo si trovano principalmente versioni in francese, portate pazienza ed armatevi di dizionario), ci porta infatti in un mondo colorato e pittoresco dove vive il mostricciattolo peloso che dà nome al gioco: obiettivo del giocatore sarà muoverlo attraverso vari livelli e superarli senza esaurire le vite a disposizione.
Per completare il livello esistono sostanzialmente due modalità: il “metodo base” prevede di camminare con la nostra palla di pelo su tutte le caselle del livello facendole cambiare di colore da blu a rosa; alternativamente, in molti livelli sarà possibile collezionare 4 orsacchiotti che spunteranno all’interno del terreno di gioco (ma attenzione: ogni orsacchiotto sarà contrassegnato da un determinato colore e potrà comprarire più di una volta. Qualora venisse collezionato due volte un orsacchiotto dello stesso colore, esso andrà perso!)
A complicare le cose intervengono diversi fattori: dei mostri rivali che non vedranno l’ora di catturarci; delle caselle di vuoto interne al livello che causeranno la morte di Skweek qualora esso ci finisse dentro; non ultimi i power-up che compariranno casualmente nel livello, i quali possono essere sia positivi che negativi e a cui bisognerà prestare grande attenzione.
Graficamente è sufficiente, non sempre sono chiarissime le caselle su cui si passa o i power-up che si attivano – tuttavia dopo poco tempo ci si abitua. Peccato per alcuni rallentamenti che ho avuto durante lo svolgimento del livello e che – pur non costituendo una giustificazione per la mia scarsissima manche presentata qui sotto – hanno contribuito a renderla particolarmente scadente.
A livello di giocabilità quindi non risulta un gioco semplicissimo, ma potrà sicuramente portare svago ad un pubblico che voglia provare ad unire i principi del puzzle game ad una modalità di gioco che ricorda grandi classici (memento Pacman semper).