Tra i giochi che nessuno ricorda, perché usciti troppo tardi rispetto alla vita commerciale del Commodore 64, uno dei migliori è stato sicuramente Dylan Dog, oltretutto italiano. Arrivava da Simulmondo ed era il frutto di una collaborazione molto stretta con l’editore Bonelli, tanto da riprodurre su schermo un capitolo della serie a fumetti. Come struttura, era un action/adventure e quindi molto originale per l’epoca, dominata da sparatutto e platform.
Presentato come una serie di schermate fisse ripiene di combattimenti ed enigmi, ci vedeva affrontare sia nemici, sia puzzle basati sul ritrovamento di oggetti. Oltre alla fase “action” era prevista una schermata apposita per l’inventario dove gestire il materiale disponibile a cominciare dalla preziosa pistola. La grafica, disegnata con un’inquadratura laterale, mostrava un buon dettaglio ed era accompagnata da musiche molto curate.
Il gameplay, inquadratura a parte, era simile alla storica serie di Last Ninja anche in alcune caratteristiche come gli oggetti lampeggianti con cui bisognava interagire. La presenza dei combattimenti e delle armi bianche, insieme alla forte componente esplorativa, erano un altro richiamo alla serie targata System 3. Ma soprattutto, Dylan Dog le andava molto vicino come qualità complessiva.
Tra gli elementi di spicco si notavano, e notano ancora oggi, le ottime animazioni del protagonista e l’attenzione ai particolari. Gli enigmi avevano anche una discreta logica senza essere troppo banali, mentre la libertà d’azione restava notevole. Anche non sapendo cosa fare, ci potevamo muovere liberamente e cercare da soli la soluzione più adatta. C’erano però alcuni bug, soprattutto nelle collisioni tra i personaggi e nei combattimenti.
Questi ultimi erano troppo confusionari e imprevedibili, forse come omaggio allo stess Last Ninja che soffriva dei medesimi problemi. Battute a parte, era difficile sopravvivere in Dylan Dog quando i nostri colpi passavano attraverso il corpo dell’avversario. Per fortuna non succedeva sempre, e gli altri elementi erano così ben curati da renderlo molto interessante per lunghe sessioni di gioco. Peccato che arrivò sulla scena del C64 nel 1992, quando in tanti avevano già abbandonato questo computer.