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Castlevania: The New Generation – Mega Drive

Quando il Mega Drive era ormai nella fase finale della carriera, Konami si decise a supportarlo pubblicando le sue maggiori serie anche sotto le insegne Sega. Castlevania: The New Generation, per questo motivo, uscì troppo tardi rispetto al successo che meritava pur essendo uno dei migliori platform game di metà anni ’90. Del resto, la serie non ha quasi mai deluso nelle sue versioni in grafica bitmap a cominciare dal primo capitolo.

Castlevania: The New GenerationL’ambientazione ci vedeva nuovamente impegnati a contrastare Dracula o, meglio, i suoi seguaci decisi a riportarlo in vita. Rispetto al tradizionale castello, che c’era comunque nelle fasi iniziali, lo scenario si trasferiva in giro per l’Europa e faceva addirittura tappa in Italia a Pisa. Esatto: dovevamo scalare la celebre torre, in uno dei livelli più spettacolari mai visti su Mega Drive. Questo perché Konami era riuscita ad applicare effetti come zoom e rotazioni alla grafica, senza componenti aggiuntivi nella cartuccia.

Se infatti non sembrava nulla di che all’inizio, Castlevania: The New Generation sapeva sorprendere andando avanti. Oltre ai tocchi di classe presenti nella grafica, c’erano musiche sinfoniche di grande atmosfera e una varietà nei livelli eccezionale. Il gameplay era quello di sempre, concentrato sull’azione e sui salti precisi al millimetro e il tasso di frustrazione elevato, ma non così tanto da farci abbandonare il gioco.

Castlevania: The New GenerationFatto curioso, visto che circolavano allegramente serie come Mortal Kombat, la versione europea venne censurata in aspetti legati al tasso di violenza. Sparirono le scene più cruente come i nemici fatti a pezzi o il sangue che gocciolava in alcuni scenari, oltre alla parola “blood” nel titolo (in USA si chiamava Castlevania: Bloodlines). Del resto,sappiamo che la censura è sempre stata fuori di testa nei videogame, soprattutto negli anni ’90.

Benché meritasse molta più attenzione, Castlevania: The New Generation non ebbe mai la popolarità che critica e pubblico gli avrebbero dovuto concedere. All’epoca stava per iniziare il passaggio di consegne verso i 32 bit e pochi erano ancora interessati a un gioco di piattaforme molto classico. Eppure ha guadagnato fama e fortuna in tempi recenti, grazie al retrogaming, segno che il lavoro svolto era stato ottimo già allora.

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