Konami iniziò a moltiplicare gli adattamenti da fumetti e serie TV per le sale giochi dopo l’enorme successo dei Turtles e Asterix confermò questa politica nel 1992. Nonostante fosse una produzione giapponese, ricreava alla perfezione lo spirito e il design del fumetto francese, risultando per i tempi (ma ancora oggi) molto bello da vedere. Il richiamo alle tartarughe ninja dovrebbe farvi capire che parliamo di un altro picchiaduro a scorrimento, categoria ormai scomparsa ai giorni nostri.
Anche in questo caso, si trattava di arrivare in fondo a ciascun livello malmenando gli avversari con i modi caratteristici di Asterix e Obelix. Oltre a pugni e calci, c’era la supermossa caricabile tenendo premuto il tasto di attacco benché non fosse troppo utile. Il problema di fondo, l’avrete già intuito, era la difficoltà esagerata, un classico di tutte le produzioni Konami da sala giochi.
Visto che l’obiettivo della casa madre restava il guadagno a tempo record, per avanzare servivano parecchi gettoni in quanto pochi colpi subiti bastavano per abbandonare la partita. Facendo pratica, si poteva limitare questo problema ma restavano intere sezioni ripiene di nemici molto ben attrezzati. Vista la confusione su schermo, bella da vedere ma difficile da decifrare, molti lasciarono Asterix dopo qualche partita.
Non fu mai un grande successo, pur raggiungendo una discreta notorietà grazie all’ottima realizzazione tecnica. Come dicevamo all’inizio, ancora oggi non si può negare l’attenzione al dettaglio, le ottime animazioni e la simpatia generale. Ogni momento era ripieno di scenette divertenti, dal bacio della bella di turno, alle tante espressioni ridicole dei Romani. E giocando in due, con Asterix e Obelix affiancati, il caos su schermo raddoppiava.
Konami non lo portò mai sulle console da casa, anche perché non avrebbero potuto avvicinarsi nemmeno alla qualità dell’originale. Eppure, guardandolo in azione si sente la mancanza di un adattamento del fumetto diverso dai soliti platform, considerando che Asterix è già di suo un picchiaduro. Date un’occhiata al video sottostante, e sarete d’accordo con noi.