Day of the Tentacle è considerato ancora oggi tra le migliori avventure grafiche della storia ma, parlando di una produzione Lucas, è come dover scegliere tra la torta e il gelato. Quasi tutti gli adventure pubblicati nei primi anni ’90 dalla casa americana diventarono dei classici, grazie all’inconfondibile carica di humour e attenzione ai personaggi. Ma forse proprio per questo, vista l’agguerrita concorrenza, sorprende come sia riuscito a emergere.
Merito del cast principale e dell’umorismo sfrenato, ma anche delle idee applicate al classico gameplay “punta e clicca”. Si andava avanti solo parlando con gli altri personaggi e risolvendo gli enigmi, ma il modo per farlo era davvero sorprendente. I protagonisti si muovevano, infatti, in tre epoche diverse all’interno dello stesso scenario e dovevano collaborare sfruttando questa particolarità.
Un’azione effettuata nel passato portava chiare modifiche al presente e al futuro, quindi dovevamo capire come incastrare gli oggetti raccolti e i vari rompicapo. Non che fosse particolarmente difficile, vista l’ampia libertà d’azione e una certa logica di fondo (superiore, ad esempio, al parente stretto Monkey Island). Appurato che fosse ottimo da giocare, Day of the Tentacle era un vero spettacolo da vedere.
Se la versione su dischetti, che vedete nel filmato, restava quasi completamente “muta” quella su CD-ROM aveva perfino un doppiaggio completo. Le voci, molto ben caratterizzate, davano ancora più carattere a dei protagonisti veramente fuori di testa. Non per niente, è il seguito ufficiale a Maniac Mansion, pietra miliare del genere adventure uscito su Commodore 64.
Lo stesso C64, e l’intero primo episodio, erano giocabili come bonus dedicato ai fan della serie. Ma erano tantissimi gli elementi di contorno inutili ai fini della trama, inseriti per il semplice divertimento (a partire dalle continue battute nei dialoghi). Ricordando anche le ottime animazioni e la grafica che si fa notare ancora oggi nello stile.
Dobbiamo trovare dei difetti? Non era molto lungo né particolarmente impegnativo, e le ambientazioni limitate in numero. Ma criticare Day of the Tentacle è abbastanza inutile, quando bastano cinque minuti per rendersi conto di come abbia segnato un’epoca.