Spade e samurai
Bushido Blade esce nel 1997 e introduce uno stile inico e irripetuto nel panorama dei giochi di combattimento. Il titolo infatti, ci vede alle prese con combattimenti basati su armi bianche, la particolarità del gioco è quella di implementare un sistema fortemente tecnico e simulativo che ci mette di fatto a disposizione un solo colpo ben assestato per fare la differenza tra la vita e la morte.
Proprio così, in Bushido Blade, basterà un colpo perfetto per abbattere il nemico, elemento che lo distanzia completamente dai giochi dello stesso genere. L’altra particolarità sono le enormi mappe di gioco che ci permettono fughe e movimenti mai visti prima in un titolo del genere.
Ferite e sangue
Bushido Blade prevede anche la possibilità di rimanere feriti. Una volta danneggiata una parte del corpo potremo continuare a combattere ma con dei pesanti malus che ci porteranno quasi sicuramente a ricevere un colpo mortale. La tecnica e la tensione dei combattimenti simulano benissimo un duello tra samurai. Il gioco si distanzia dalla concorrenza presentando un sistema fresco a innovativo che ancora oggi affascina nel tecnicismo e nelle strategie che ci fanno vivere veri duelli all’ultimo sangue, lontanissimi da tutto ciò che possiamo trovare in qualsiasi altro gioco di combattimento.
Modalità storia
Bushido Blade vanta anche una interessante modalità storia che ci vede utilizzare (a scelta) un assassino in fuga dal un dojo quasi millenario. Grazie alla particolarità di Bushido Blade, il titolo si eleva nella massa e rimane ancora oggi ricordato per dettagli del calibro della modalità Bushido: scegliendo di giocare secondo il codice infatti, comportamenti disonorevoli come tirare la sabbia negli occhi o colpire alle spalle, venivano puniti fino ad un gameover per disonore.
Che dire, un gioco da scoprire per chiunque se lo sia perso e da riassaporare per chi, già ai tempi, ne rimase inevitabilmente affascinato.