Mostri e templari
Uscito nel lontanissimo 1984, Quo Vadis è un titolo che vantava, per l’epoca, una enorme mappa di gioco e un sistema, sostanzialmente già open world, cosa assolutamente rara vista la data di uscita. Il gioco ci vede alla guida di un cavaliere alla ricerca di un misterioso scettro magico da recuperare dentro a una immensa caverna e riportare in superficie. Il gioco è caratterizzato da un sistema di controllo abbastanza particolare che ci vede muoverci e sparare nelle varie direzioni. Il tutto in maniera goffa e poco precisa che lo rende ai limiti dell’impossibile, in particolare nelle sequenze platform, anche gli scontri con i mostri però non sono da meno, la nostra morte diventa così una quotidianità, quasi stessimo giocando un roguelike, dove l’unica cosa che aumentano sono però le nostre capacità.
Indovinelli e cavalieri della giarrettiera
Una vera e propria curiosità legata a questo titolo cono una serie di indovinelli sparsi per il mondo di gioco, la cui soluzione avrebbe portato, a detta degli sviluppatori, alla consegna di un vero scettro dal valore di 10.000 sterline.
La soluzione, secondo alcuni giocatori, è stata trovata e rimanda al motto del sacro ordine della giarrettiera, il premio però non è stato mai consegnato. Ci sono tutti gli ingredienti per una leggenda metropolitana o per un creepy pasta in salsa retrograming.
Un grande titolo azzoppato dalla difficoltà
Il problema di fondo di Quo Vadis non sono tanto i controlli che possiamo accettare per il 1984, quanto la scelta di rendere il gioco tremendamente difficile, tanto da rendere praticamente impossibile concluderlo senza ricorrere ai trucchi. Quo Vadis risulta quindi un gioco particolare, capace di guardare molto più avanti della sua era (farà venire in mente Dark Souls a più di una persona), che merita di essere rigiocato anche se frustrante e eccessivamente difficile, più per i controlli che per una vera e propria difficoltà di gioco.