L’almanacco blu
Blu Almanac esce originariamente nel 1991, vantando una storia occidentale davvero strana. Il titolo infatti era previsto per il mercato americano e europeo, tanto da finire recensito da una rivista del settore nella sua versione inglese; in realtà però il gioco non uscì mai, arrivando fino quasi al giorno d’oggi dove è stato riproposto nel 2011 con il titolo di Star Odyssey e successivamente in versione Windows e Mac nel 2013.
Il gioco vanta un’atmosfera davvero unica, assolutamente magica e coinvolgente nonostante lo stile minimale della grafica che sembra enfatizzare invece la trama e lo sviluppo delle vicende. Ci troviamo di fronte a una epica spaziale in stile Star Wars che ci vede protagonisti di una grande avventura dalla partenza apparentemente tranquilla ma destinata a una escalation di eventi.
Un rpg perduto
Blue Almanac si muove come un classico jrpg con team, i combattimenti sono casuali e verranno visualizzati attraverso una telecamera laterale, gli attacchi sono invece animati rispetto ad altri prodotti del genere dove le animazioni sono ridotte all’osso. Le potenzialità grafiche del gioco si vedono proprio nelle fasi di lotta, dove il dettaglio sale moltissimo e il character design emerge maggiormente, specialmente nello sviluppo delle creature, particolari e innovative che non si rifanno a cliché del genere e risultano invece interessanti e accattivanti.
Un gioco da riscoprire
Il sonoro è straordinario, con melodie incalzanti e malinconiche che accompagnano le sequenze di gioco in modo perfetto. Una perla perduta del passato che è il caso di recuperare, soprattutto al giorno d’oggi dove è stata finalmente resa fruibile anche all’utenza occidentale, abbattendo il muro della localizzazione giapponese.
Blue Almanac farà la gioia di chi cerca un jrpg spaziale dai toni forti e dalla trama matura e sfaccettata, sorretto anche da un buon sistema di combattimento e da un mondo esplorabile ricco di segreti e avventure.
