Il pugno che esplode
The way of the exploding fist esce nel 1985 per Commodore 64 e si presenta agli occhi dei videogiocatori dell’epoca come un titolo dalla grafica colorata e straordinaria.
Ci troviamo ad utilizzare dei lottatori in kimono, impegnati in combattimenti basati sulle arti marziali che si svolgeranno davanti a scenari orientali, davvero ispirati e ben realizzati. Il sistema di lotta è molto complesso e prevede ben 16 tecniche e varianti che trasformeranno le partite più serrate in delle vere e proprie danze su schermo, realizzate da parte degli sprite dettagliati e splendidamente animati.
Il gioco, per la sua epica era a dir poco straordinario, tanto da essere considerato il miglior titolo del 1985 da varie testate videoludiche. al giorno d’oggi The way of the exploding fist, invecchia comunque bene e mantiene il suo stile accattivante e quella certa unicità che lo contraddistingue.
Karate Kid
Interessante è la scelta realistica che viene data ai combattimenti e relativi combattenti. ci troviamo così di fronte a una sorta di simulatore, ben lontano dagli (splendidi) eccessi che ritroveremo nei picchiaduro successivi e nelle storiche saghe. La componente simulativa diventa però un elemento di valore, soprattutto per il retrogamer che si ritroverà alle prese con un prodotto complesso e profondo, diverso da quello che conosciamo e capace di appassionare e divertire.
Le botte retrò
The way of the exploding fist, fa parte di quei giochi del passato che rendono così importante riscoprire la produzione old school. E’ proprio in questa diversità e nella cura del particolare realizzata anche con pochissimi mezzi e capacità di calcolo bassissima che troviamo le radici vere del videogioco. E sono questi i giochi dai quali la nuova generazione di sviluppatori dovrebbe prendere ispirazione. Un’epoca dove l’innovazione era costante e fondamentale per emergere dalla massa.
Da giocare per tutti gli amanti dei picchiaduro e delle arti marziali.