Nello spazio profondo
Elite esce nel 1984, con una grafica, oggi particolarissima e all’epoca straordinaria e un concept di gioco completamente nuovo, il titolo Firebird diventa istantaneamente e finisce per dar vita a un vero e proprio genere che si gioca ancora oggi, su pc, consolle e mobile: quello dei simulatori spaziali e dei giochi di commercio interstellare.
A Elite deve moltissimo ovviamente Elite Dungerous, ma gli devono molto anche giochi come il mitico Freelancer, i vari titoli multiplayer online che adesso si giocano su browser, No Man’s Sky e potremmo andare avanti per ore ad elencare un genere, da sempre di nicchia, che non ha però mai conosciuto l’oblio.
Da soli nel vuoto
Elite riesce a farci vivere l’esperienza di navigazione spaziale in modo straordinario. Anche se le moderne incarnazioni vantano una grafica fotorealistica e un’immersione unica, il primo Elite, con la sua veste retrò e la sua grafica in wireframe riesce a farci vivere la solitudine e il senso di estraniamento che difficilmente un videogioco moderno può darci. E’ l’assenza della rete, il nostro essere soli e senza una precisa meta che crea questa alchimia speciale. Ovviamente non siamo soli soli, incontreremo infatti nemici, stazioni spaziali e aree densamente popolate dove effettuare scambi e quant’altro, il momento però in cui allontaniamo dalla civiltà interstellare e brancoliamo nel buio mette sempre un cero brivido.
2001 Odissea nello spazio
Tornare oggi ad Elite è un’esperienza da veri retrogramer, tralasciando le difficoltà di emulazione in mancanza di un sistema operativo originale, dedicare le nostre ore di gioco a questo titolo straordinario, non per provarlo ma per giocarlo e comprenderlo al massimo può diventare qualcosa di veramente trascendentale. Un prodotto consigliato a tutti in qualsiasi formato lo troviate. Un gioco che ha fatto la storia e che dall’ormai lontanissimo 1984, guardava già in una direzione che a stento ancora riusciamo a vedere.