Le prime botte postatomiche
Uscito nel lontanissimo 1986, Trojan è uno dei primi esempi di Hack and Slash capace di anticipare la tematica post-apocalittica in una realtà dove fantasy e mondi medioevali andavano per la maggiore.
Anche la trama è estremamente interessante a differenza della maggior parte dei titoli di questo genere.
Dopo una guerra nucleare infatti, le anime degli achei, guidate dallo spirito di Achille si risvegliano per sottomettere il mondo. La battaglia per la libertà sarà combattuta da un giovane troiano che combatterà con le arti marziali e con armi da taglio.
Un gioco impossibile
Caratteristica che balza subito all’occhio è l’incredibile difficoltà del gioco, a volte anche eccessiva. Gli avversari infatti ci attaccheranno in modo incessante senza darci un attimo di respiro. I colpi per andare a terra sono pochissimi e il gameover sarà costantemente dietro l’angolo. Ci ritroveremo letteralmente a farci strada a suon di combattimenti tra ondate continue di avversari che ci attaccano da ogni direzione.
Il titolo raggiunge quindi livelli di difficoltà raramente visti, causati anche dalla struttura prettamente 2d che ci mette costantemente sotto l’attacco dei colpi nemici, senza trascurare tutta una serie di trovate infami, tra proiettili e lanciatori di coltelli vari.
Un gioco del passato da provare dopo più di trent’anni
Trojan è un titolo ostico, pesantemente retrò ma portatore anche di una grande innovazione e di uno stile che caratterizzerà tutta la produzione futura. Giocare a Trojan significa scoprire gli albori del genere e affrontare un gioco difficilissimo che già ai suoi tempi non aveva paura di sfidare il giocatore e di proporre qualcosa di differente.
Merita quindi sicuramente farsi un giro su questo titolo, un gioco che metterà a dura prova i vostri riflessi e la vostra concentrazione, senza trascurare la vostra pazienza che potrebbe risentirne pesantemente. Difficilissimo ma bello, promosso anche alla prova del tempo.