Botte robotiche
Uscito nel 1995, Zero Divide propone un approccio completamente differente al classico picchiaduro a due dimensioni. Ci troviamo di fronte a un prodotto davvero particolare che propone un falso 3d e un sistema di combattimento completamente unico che predilige la tattica e lo studio dell’avversario all’attacco indiscriminato. L’azione di gioco poi è piuttosto lenta rispetto agli altri esponenti di questo genere e, dimenticavo, i combattenti sono splendidi Mech umanoidi!
Ebbene sì, Zero Divide è un gioco di botte tra robottoni, ognuno dei quali caratterizzato da un design d’eccezione e da una suo sistema di lotta che renderà praticamente ogni personaggio una nuova visione del gioco, e ogni battaglia una specie di complicato boss di cui dovremo scoprire capacità e debolezze.
Vincere un round in Zero Divide necessita parecchia strategia, una valutazione dell’avversario che abbiamo davanti e così via, in parole povere, premendo velocissimo tutti i bottoni, sperando di eseguire una supermossa difficilmente supereremo i primissimi scontri.
Un titolo da recuperare
Zero Divide può fare letteralmente la gioia degli amanti dei picchiaduro in cerca di un prodotto diverso dalle meccaniche particolari e dal ritmo meno incalzante rispetto alla media.
Molto bella poi la direzione artistica generale che, assieme a una grafica di qualità e a un sonoro techno industrial ci offre un’esperienza di gioco davvero valida e meritevole di essere riscoperta.
Se poi avete la possibilità di giocare con partner e amici, allora ancora meglio, in due infatti, Zero Divide da il meglio di sé e ci permetterà di innamorarci letteralmente del robottone che più si confà alle nostre esigenze e al nostro stile di gioco.
Nonostante un nutrito gruppo di appassionati, Zero Divide non è ricordato quanto meriterebbe. Motivo in più per mettersi a caccia di una copia e riscoprire questo piccolo capolavoro del genere, un gioco coraggioso e forte di grnde inventiva che è riuscito almeno a scalfire, il muro del tempo.