Proiettil e lacrime
Uscito nel 2001, Max Payne può essere considerato un esponente di un vero e proprio rinascimento videoludico. Improvvisamente il videogiocatore si ritrovò infatti di fronte a qualcosa che poteva avere solo sognato. Siamo nell’era in cui, per la prima volta, scene d’azione relegate alla computer grafica diventano finalmente giocabili, ed è proprio il caso di Max Payne che, con il suo bullet time a la Matrix rivoluziona il genere degli sparatutto in terza persona regalandoci una delle esperienza videoludiche più importanti di sempre.
Max Payne lascia il segno, completare il titolo Remedy è una di quelle esperienza che non vi potrete più togliere di dosso. Ci troviamo infatti di fronte a un gioco che non si limita a innovare con un comparto tecnico incredibile (invecchiato un po’ male ma ancora accattivante), ma che ci regala anche una delle strutture narrative più imponenti di sempre con un protagonista dal carisma infinito e una storia hard boiled, malinconica e violenta raccontata in modo geniale.
Hard boiled allo stato puro
Max Payne accompagna le sequenze di gioco con dei fumetti che vanno a sostituire le classiche sequenze filmate. Eccoci quindi con una storia che inizia dalla fine e che ci viene narrata in modo avvincente, un linguaggio duro, curato, una narrazione incredibile degna del migliore dei film polizieschi. Max Payne è un vero e proprio capolavoro che merita di essere riscoperto anche solo per la sua trama, splendida e insuperata anche dalle iterazioni successive.
Il gioco offre poi molta varietà nelle sequenze e nelle scene che ci ritroveremo a vivere, con tanto di boss e situazioni al limite tra il comico e il grottesco.
Un mondo corrotto che ricorda Sin City ci terrà compagnia nella decina di ore necessarie per completare il titolo. Un prodotto che entra di prepotenza nella classifica dei migliori titoli di sempre, un gioco solido che racchiude una storia straordinaria.