Il fratello brutto di Indiana Jones
Uscito nel 1984, Fred è una specie di Indiana Jones alle prese con corde e labirinti popolati da fantasmi, trappole e altre amenità.
Basta guardare alla data per capire che ci troviamo di fronte a qualcosa di abbastanza pionieristico, un gioco vecchissimo che tenta di dar vita a un mondo funzionale e accattivante e, in parte ci riesce. Certo niente di anche vagamente giocabile al giorno d’oggi, cosa che rende molto difficile giudicare un prodotto di questo genere. Bisogna però ammettere che, nel panorama dell’epoca, Fred riusciva a mostrare i denti e poteva vantare una serie di meccaniche interessanti in grado di elevarlo e renderlo un titolo piuttosto speciale.
Il gioco è sostanzialmente un platfor sulla falsariga di Spelunky, ci troviamo a esplorare delle miniere o dungeon o quello che sono, recuperando artefatti vari che ci daranno punteggio e liberandoci dei nemici attraverso delle goffe armi che spesso si riveleranno inutili.
Un tentativo di innovazione
Fred prova a proporre qualcosa di diverso e più complesso in un’epoca arcaica del videogioco, eccoci quindi di fronte a una grafica usperdeformed ma non per questo negativa, gli sprite sono abbastanza grossolani ma perdonabili, interessante invece il sonoro che vanta melodie più che orecchiabili e capaci di entrare rapidamente nella mente del videogiocatore.
Fred è un prodotto particolare, un gioco del lontano passato adatto solo a palati finissimi e affamanti di retrò allo stato puro.
Da non giocare assolutamente se cercate semplicemente un buon videogioco, giocare a Fred è più un viaggio nell’ossatura di qualcosa che sarebbe stato il futuro. Una curiosità del passato ce ci mostra quanto, anche nel 1984, già si tentasse di produrre mondi da esplorare e meccaniche di gioco non scontate.
Solo ed esclusivamente per cultisti del Commodore 64 o per chi è in cerca della storia profonda del mondo dei videogiochi.