Senza faccia e con mille facce
Uscito nel 1991, Darkman è il tie in dell’interessante film che vede in azione il supereroe sfigurato, capace di creare facce all’evenienza con il difetto di dissolversi alla luce del sole. Eccoci quindi alle prese con un action capace di offrire numerose idee di gameplay e varietà e di lasciarci avventurare all’interno della storia del film in modo intelligente e divertente.
La premessa che va fatta per questo Darkman è che ci troviamo di fronte a un buonissimo titolo con il terribile difetto di essere difficile oltre misura. Darkman rasenta in alcuni frangenti l’impossibile mettendoci di fronte a situazioni complesse e a un sistema di movimento platform non abbastanza buono per reggere la difficoltà dei calcoli millimetrici che dobbiamo fare di piattaforma in piattaforma. Il titolo perde un po’ per questa sua natura ostica, nonostante rimanga davvero bello e interessante. Un peccato perché una tale difficoltà finisce irrimediabilmente per scoraggiare i neofiti, soprattutto chi si affaccia per la prima volta al mondo retrò.
La bellezza nascosta dietro al muro di imprecazioni
Quando Darkman funzione, lo fa davvero bene. Il gioco ci vedrà infatti impegnati in fasi di infiltrazione ai limiti dello stealth, dovremo neutralizzare nemici, fotografare i boss che ci hanno resi quello che siamo, così come indossare le loro maschere e camuffarci da criminali per infiltrarci all’interno delle loro basi.
Il gioco riesce quindi a proporre una serie di sequenze appassionanti che faranno la gioia degli amanti del film, ma che divertiranno e appassioneranno anche chi Darkman non l’ha mai nemmeno sentito nominare.
Siamo quindi di fronte a un buon titolo con una grafica interessante, meccaniche innovative e un sonoro di qualità, azzoppato però dalla scelta, forse per allungare un po’ il brodo, o per semplice negligenza nel design, di creare un prodotto veramente troppo difficile da completare.