Akira in versione Amiga
Akira è uno spin off per Amiga del celebre Anime capace di segnare la storia del media giapponese.
Il titolo, apparentemente molto bello, soffre però di alcuni difetti davvero insormontabili che lo hanno reso uno dei giochi più odiati di sempre. Un vero peccato perché il concept dell’anime e lo stile delle animazioni, misto alle eccezionali musiche potevano trasformare il titolo in un vero e proprio cult. Il problema di Akira è il gameplay, nonostante il titolo offra sequenze in moto alternate a sequenze platform, elemento interessante e capace di creare varietà, il gioco è programmato così male da risultare impossibile.
Per spiegarci meglio basti pensare che la prima sequenza è così difficile che nessun recensore riuscì a completarla, forzando il team a fornire delle password per vedere i livelli successivi. In una delle sequenze platform c’è una piattaforma praticamente irraggiungibile con la nostra potenza di salto. Il nostro protagonista è debolissimo e gli avversari incredibilmente potenti, una serie di scelte incomprensibili che fanno pensare a una realease senza testing o a una decisione davvero stupida di rendere il gioco impossibile.
E’ pur sempre Akira
Dispiace, perché il titolo segue con cura le sequenze dell’anime, l’art style è eccellente e l’opening con la melodia tetra che ci introduce al mondo postatomico è a dir poco da brivido. Un’idea gettata via, un comparto tecnico che bastava rifinire e equilibrare per ritrovarci oggi a osannare questo prodotto del passato dalla grafica eccezionale e dalla direzione artistica fuori dal comune. Il risultato è invece un gioco mediocre, valido per i collezionisti e per chi è alla ricerca di qualcosa di fuori dal comune, ma videoludicamente parlando, un titolo da dimenticare che meriterebbe forse il destino della famose cartucce di E.T., seppellite nel deserto e ritrovate recentemente per puro caso.