Alice nel paese della follia
Tra le produzioni Commodore 64, troviamo anche piccole creazioni, spesso assurde e inquietanti e in grado di diventare terreno fertile per le più terrificanti creepy pasta che possano passarvi per la testa.
Una di queste è Alice in Videoland, titolo sperimentale per Commodore 64 totalmente assurdoe inquietante come pochi altri. Ci troviamo di fronte a un prodotto altamente psichedelico, forte di una colonna sonora allucinata che si modifica a seconda delle nostre azioni di gioco. Il titolo in quanto tale è assolutamente pessimo, ai limiti dell’amatoriale. Con una grafica orribile e un gameplay basato su una serie di minigiochi poco comprensibili, Alice in Vodeland si annovera tra i titoli più strani che potete incontrare.
Nella tana del Bianconiglio
Le possibilità sono due: o questo gioco nasconde qualche oscuro segreto, oppure siamo semplicemente di fronte a un qualcosa che aveva più senso in una mostra di arte moderna che venduto come un titolo ispirato alla vicenda di Alice. Il risultato finale è infatti un titolo inutilmente difficile dove ci troviamo sbalzati da una modalità all’altra quasi senza rendercene conto, vittime di una psichedelia costante, dei cambiamenti di dimensioni della povera Alice, intenta a raccogliere oggetti che non sappiamo bene a cosa servano.
Dal lontano 1984, questo strano gioco ci mostra come il mondo del gaming del passato fosse fatto di produzioni davvero fuori dal comune.
Dobbiamo però ammettere come la meccanica musicale e le melodie ipnotiche potrebbero convincere più di un giocatore a cimentarsi nella strana avventura, cercando fondamentalmente di capire cosa fare per raggiungere la fine del titolo.
Un prodotto che potrebbe aver ispirato opere come Yume Nikki e che sicuramente potrebbe fare la gioia di qualche retrogamer in cerca di stranezze e follie dei primissimi anni 80.
Solo ed eslcusivamente per collezionisti, appassionati di giochi brutti e cercatori di tesori Commodore 64.