Barbarian è stato tra gli antenati di Mortal Kombat e, se non ci credete, basta che diate un’occhiata al video in fondo al testo. Gli ultimi dieci secondi mostrano la singola, unica, mossa per cui venne censurato in alcuni paesi e diventò famoso tra gli utenti C64. La decapitazione, con testa del nemico rotolante a terra, era un’anteprima delle fatality diventate celebri qualche anno più tardi.
Peccato, o per fortuna secondo i gusti, che è diventato famoso più per la prosperosa modella in copertina che per le sue qualità “giocose”. Maria Whittaker, leggenda degli anni ’80 con le sue forme prorompenti, era praticamente nuda a fianco del culturista di turno e alimentò le fantasie di molti ragazzini di allora. Ancora oggi questa copertina ha un discreto impatto, considerando che i videogame hanno poi coperto molte delle loro protagoniste.
Passando dalla cover al gioco, Barbarian era un classico picchiaduro a incontri uno contro uno, suddiviso in due modalità principali e separate. C’era l’allenamento giocabile con un amico e il torneo per giocatore singolo in cui si affrontavano nemici sempre più abili fino al cattivone di turno. Gli incontri, nonostante l’ambientazione fantasy, erano parecchio realistici a livello di animazioni, mosse, e tattiche.
Non era possibile lanciarsi in martellamenti di tasti sulla falsariga di Tekken o Street Fighter, ma bisognava aspettare il momento giusto per colpire. C’erano perfino parate e mosse evasive, come il salto per evitare l’attacco rotolante dell’avversario. Considerando il solo pulsante disponibile nel joystick, il set di colpi era piuttosto variegato sebbene l’enorme lentezza dei personaggi rendesse i combattimenti spesso noiosi.
Ma ci trovavamo solo nel 1987 e quindi ogni considerazione di tipo tecnico va fatta con gli occhi di allora. Grafica e sonoro, potevamo scegliere effetti o musiche, erano di ottima fattura e ancora oggi vantano uno stile inconfondibile. Ma Barbarian resta celebre, modella seminuda a parte, per i tocchi di classe come il goblin verde che appare a fine incontro “ripulendo” il ring.