Sul finire degli anni ’80 la crescente diffusione dell’Amiga aveva messo in secondo piano il Commodore 64 come formato leader nella produzione di videogame. Perfino gli scacchi, genere molto di nicchia, iniziavano il loro cammino in versione 16 bit per poi tornare nelle varie conversioni (leggasi: riduzioni) per C64. Lo dimostra Battle Chess, classico indimenticabile che in versione 8 bit era davvero troppo avanti per l’hardware disponibile.
“Come troppo avanti? Sono solo scacchi!” penserete, invece non è così. Interplay, la casa produttrice, ebbe un colpo di genio nel mettere ampie dosi di umorismo in un passatempo da sempre molto serio. Lo fece con animazioni che segnalavano lo scontro tra le varie pedine, tutte spassose e molto divertenti. I duelli di spada tra i pedoni, i colpi proibiti tra i cavalli: c’era sempre qualcosa di sorprendente nell’osservare Battle Chess.
Tutto questo funzionava molto bene su Amiga e PC grazie alla maggiore potenza di quei formati, rispetto al più modesto Commodore 64. L’adattamento non era male, ma subiva troppo le limitazioni della macchina a cominciare dai caricamenti (e uscì solo su disco!). La lentezza del processore principale e la poca memoria disponibile pesavano anche su altri aspetti, come il tempo impiegato dal computer per fare una mossa.
Per apprezzare questa versione, insomma, serviva una pazienza di livello zen oltre all’amore incondizionato per gli scacchi. Si stava minuti interi a fissare lo schermo aspettando che finisse qualche caricamento o che partisse finalmente l’animazione tanto attesa. Queste ultime, le scenette in stile comico, erano sì molto spassose e originali ma anche ripetitive sulla distanza.
Battle Chess rappresenta una delle tante conversioni inutii per Commodore 64, mentre nella versione originale per altri computer è sicuramente un classico. Su C64 ebbe poca fortuna sia come critica sia come popolarità dato che i generi più in voga erano di stampo arcade. Eppure, al di là delle influenze comiche, restava un discreto gioco di scacchi come difficoltà e intelligenza del compuer. Peccato che servisse una scorta di caffé (non c’erano gli energy drink) per sopravvivere a tutti i caricamenti.