Anche Bubble Bobble ha superato i trent’anni di età ma il suo ricordo rimane vivissimo nella mente di tutti gli ex frequentatori di sale giochi. Il platform/puzzle firmato Taito resta ancora oggi pressoché unico nel suo genere grazie a una combinazione di simpatia, difficoltà e trovate geniali tutte combinate in un solo titolo.
Protagonisti del gioco sono Bub e Bob, una coppia di piccoli draghi in grado di sputare bolle che catturano i nemici (e gli oggetti) eliminandoli al momento dello scoppio. Attorno alle bolle ruota tutta l’essenza del gioco, perché possono essere usate come scala per raggiungere zone inesplorabili, aiuto per raggiungere i potenziamenti e altro ancora. La struttura dei livelli, a schermo fisso e in stile labirinto, è studiata proprio per valorizzare l’abilità del giocatore nel guidare il personaggio e nel lanciare le stesse bolle.
Pensando alla componente multigiocatore, una classica modalità cooperativa a due sullo stesso schermo, abbiamo già tutti gli elementi per un titolo degno di nota. Ma Bubble Bobble non finiva, e non finisce qui: quasi ogni livello nasconde appositi bonus da sbloccare solo effettuando azioni precise, come eliminare in un solo colpo tutti i nemici. Ai tempi la ricerca di questi bonus era quasi un “gioco nel gioco” perché, oltre a completare i livelli, si doveva pensare anche al modo migliore per farlo.
Inutile dire che Bubble Bobble ebbe un successo clamoroso in tutte le versioni in cui fu pubblicato: oltre alla prima e indimenticabile uscita arcade, meritano una citazione quelle per Commodore 64 e NES.
La semplicità di grafica e sonoro che, con pochi colori e pochissime note, catturavano l’attenzione lo fece arrivare su quasi ogni formato esistente all’epoca. Da qui l’estrema popolarità di un gioco che per diversi anni è rimasto sulla cresta dell’onda e ancora oggi ha uno stile tutto suo, davvero inconfondibile.