A caccia del Conte
Uscito nel 2006, Castlevania: Curse of Darkness, è il primo titolo della saga apparso anche su Xbox, oltre che il secondo episodio Playstation 2 che vanta una grafica moderna, anche se non realizzata splendidamente.
Per i puristi Castlevania è in 2d, e su questo mi unisco con un parere strettamente personale. Il titolo in questione, nonostante la grafica già non eccelsa, sia invecchiata piuttosto male come spesso avviene per i prodotti ed di vecchia generazione, non è comunque tutto da buttare, offrendoci infatti una trama interessante e alcune meccaniche, come per esempio la possibilità di evocare dei diavoli che ci supportino nelle battaglie, piuttosto convincenti.
Il gioco pecca di un gameplay un po’ troppo ripetitivo e, soprattutto, di una certa carenza nel design del castello, di solito fiore all’occhiello della saga che, in questo caso, diventa abbastanza monotono e indebolito da scelte di design che ci fanno rimpiangere i fasti di Symphony of the night.
Per essere un Castlevania 3d questo Castlevania: Curse of Darkness, non si difende comunque male regalando numerose ore di gioco e uno stile accattivante che sa i mistico e orrororifico al punto giusto.
Un nuovo eroe e una nuova lotta
Castlevania: Curse of Darkness, ha un sistema di combattimento piuttosto interessante che ricorda gli hack and slash alla Devil May Cry e i Legacy of Kain più recenti. Problematica è la telecamera che spesso diventerà un avversario invisibile impedendoci di concentrarci sugli avversari che desideriamo e creando non pochi problemi.
Castlevania: Curse of Darkness non è comunque un brutto gioco, riuscendo con le sue suggestioni e con alcune idee innovative, oltre a un cast di boss e avversari molto piacevole e interessate, a creare un prodotto degno di essere giocato, magari meno degno del nome che porta che, in questo caso finisce per azzopparlo più che avvantaggiarlo.