Il secondo capitolo di Castlevania aveva stravolto fin troppo la struttura di gioco dell’originale e ricevette per questo molte critiche. Konami scelse così di tornare a una struttura più “action” con il terzo episodio, inserendo però vari elementi inediti. Castlevania III era infatti molto più moderno di quanto possa sembrare a una prima occhiata, soprattutto a livello di gameplay.
Si trattava di un prequel, ambientato qualche secolo prima gli avvenimenti di Castlevania. Non che ciò cambiasse di molto la sostanza, visto che eravamo di nuovo impegnati a sconfiggere il re delle tenebre, il vampiro Dracula. Per farlo, come sempre, andavano attraversate decine di livelli inquadrati lateralmente e ripieni di ogni creatura horror esistente. Ma stavolta, potevamo farlo a modo nostro scegliendo percorso e protagonisti.
La novità principale di Castlevania III stava proprio nella scelta di vari personaggi giocabili e di strade diverse per arrivare alla fine del gioco. Tutto ciò aumentava la durata complessiva, visto che c’era più interesse a ricominciare per vedere zone e personaggi inediti. Gli sviluppatori si erano impegnati davvero a fondo su questo titolo, se pensiamo al lavoro extra di creare lo stesso scenario almeno due volte.
Dal punto di vista tecnico, non faceva gridare al miracolo né attirava l’attenzione perché ormai eravamo nel 1990 e si era visto di meglio. Eppure si notava ancora un certo stile nei fondali, grazie all’uso abile dei colori di decorazioni piuttosto curate. I personaggi erano invece piccoli e scarsamente animati come da tradizione per tutte le uscite di Castlevania su NES.
Come sempre per Konami, la colonna sonora fu curata particolarmente bene tanto che nella versione giapponese c’era perfino un chip aggiuntivo (per il sonoro). Sparì con l’arrivo in occidente, ma le musiche rimasero comunque notevoli. Gli effetti sonori erano invece quelli di sempre, a partire dall’inconfondibile schiocco della frusta.
Ottenne un buon successo ma non arrivò mai a raggiungere le vette dei predecessori, tant’è che la casa madre cambiò nuovamente registro nei capitoli successivi. Il quarto episodio per Super Nintendo fu ancora più vicino al primo capitolo, ma anche troppo semplificato. Castlevania III era invece riuscito a restare classico offrendo spunti moderni, cosa non facile ai tempi vista l’enormità di giochi simili sul mercato.