Creatures era un gioco bellissimo e cattivissimo, dato che tra i normali livelli a piattaforme c’erano vere e proprie stanze della tortura per i pupazzetti protagonisti. Solo questo dettaglio dovrebbe farvi capire che arrivava dall’Inghilterra, patria dell’humour nero in tutte le sue varianti. Era infatti l’ennesima prova di forza firmata Thalamus, nome già associato ai tempi con una qualità medio/alta.
La base di partenza era la stessa dei classici platform: superare ambientazioni ripiene di nemici e ostacoli inquadrati lateralmente, raccogliendo bonus e cercando di restare vivi. Quest’ulima operazione risultava piuttosto difficile già all’inizio di Creatures per un semplice motivo: la scarsa mobilità del protagonista. Rigido, lento e ingombrante rispetto alle piattaforme, non era nemmeno molto pratico di salti e affini.
Parlando di un platform game, si vede come questa enorme svista degli sviluppatori finì per compromettere il gameplay, comunque regolato su buoni livelli. Anche dovendo ripetere più volte la stessa sezione, non ci si arrabbiava troppo vista l’eccellente qualità della grafica e la simpatia dei protagonisti. Senza contare che Creatures dà ancora oggi delle discrete lezioni ai platform moderni sul lato della varietà.
Ma l’elemento chiave resta sicuramente la parte tecnica, clamorosa nel 1990 per un semplice Commodore 64. Numero di colori a parte, era paragonabile ai migliori platform visti su console per fluidità e numero di oggetti su schermo, senza contare le musiche molto orecchiabili e gli effetti altrettanto curati. Tutto questo gli portò giudizi molto lusinghieri dalla stampa di allora, dato che spremeva a fondo un sistema ormai anziano.
La spinta data dalle riviste e l’ottima realizzazione tecnica lo resero un successo aprendo la strada al seguito, diverso perché concentrato interamente sulla tortura dei protagonisti. Una pratica che gli sviluppatori avevano già perfezionato con Creatures, visto che dal primo all’ultimo livello ci torturava senza sosta. Ma era una tortura spesso piacevole vista l’ottima grafica, l’eccellente sonoro e i personaggi tanto simpatici quanto cattivi.