Data East non è stato un grande nome dell’industria arcade, ma è riuscita a farsi notare per una manciata di titoli diventati punti di riferimento nel loro genere. Crude Buster, noto come Two Crude Dudes oltreoceano, non raggiunse questi livelli ma ci andò molto vicino.
Il picchiaduro uscito nel 1991 apparve subito molto originale ai fan della categoria, nonostante l’enormità di concorrenti disponibili. Gli elementi distintivi del gioco erano l’ambientazione urbana post apocalittica (nell’anno 2010!) il duo di “punk” protagonisti e soprattutto la possibilità di afferrare qualsiasi cosa. Esatto: in Crude Buster quasi ogni oggetto, e personaggio, poteva diventare un’arma con i propri effetti e le proprie caratteristiche.
Un altro aspetto che va ricordato è la forte ispirazione verso i fumetti americani, nonostante si trattasse di una produzione giapponese. Dallo stile grafico, passando per le scritte che apparivano su schermo, tutto ci dava l’impressione di essere all’interno dei classici “comics”. Anche il sonoro vantava diversi spunti interessanti, soprattutto nelle molte frasi campionate che servivano a evidenziare certi passaggi, nemici, o mosse.
Grazie alla struttura a scrolling laterale, e comandi relativamente semplici, anche il gameplay risultava immediato e coinvolgente soprattutto nel tipico “doppio” sullo stesso cabinato. Ma era l’umorismo irriverente dei protagonisti, e la quantità di oggetti da raccogliere, che ci tenevano incollati allo schermo. Tutto questo malgrado una originalità ridotta ai minimi termini e un livello di difficoltà spesso esagerato. I boss, ad esempio, sembravano pensati solo e unicamente per farci spendere altri gettoni.
Crude Buster, nonostante un discreto successo, vide un unico adattamento sui formati da casa pubblicato su Mega Drive. La conversione fu apprezzabile ma rispetto al coin-op mostrava pesanti tagli soprattutto in termini di grafica e numero di oggetti su schermo. Più che altro, viene da chiedersi perché non sia mai uscito un seguito né su console o computer, né in sala giochi. I protagonisti, da soli, lo meritavano sicuramente.