Difesa spaziale
Uscito nel 1981 e oggetto di numerosi porting tra i quali quello su Commodore 64, Defender è un titolo che nonostante gli innumerevoli anni, riesce ancora a dare soddisfazioni.
Ci troviamo alle prese con una grafica vettoriale che dipinge con stile un pianeta da difendere con la nostra prode astronave.
Con una grande varietà di nemici e interessanti meccaniche (prima tra tutte quella del recupero degli umanoidi che troviamo sparpagliati per la mappa di gioco), Defender risulta ancora oggi fresco e mostra come i capisaldi, come avviene spesso in letteratura e nel cinema, avessero già in germe le innovazioni future, o addirittura fossero capaci di stabilire degli standard mai superati.
Defender, come succede spesso con i videogiochi più primordiali, vanta quello stile di controllo che fonde simulazione e tecnica e offre una esperienza unica che merita di essere provata, in particolar modo da chi è nato in un’epoca di videogames più rodati e “standardizzati”.
Un’esperienza retrò da non perdere
Giocare a Defender su C64 o su qualsiasi altra piattaforma, è ancora oggi una esperienza arcade di livello.
Interessanti sono gli scontri che si fondono al comando della nostra navicella capace di entrare in portali dimensionali, di planare e di muoversi in più direzioni.
La grafica 2d ultraretrò, riesce a convincere ancora oggi, e rende il gioco ancora più esotico e particolare.
Defender risulta così un tuffo all’interno di uno strano passato del gaming, un’epoca dove ancora i pionieri del nuovo media cercavano di aggiustare il tiro, sperimentando e proponendo la loro visione dell’intrattenimento interattivo che avrebbe segnato i decenni successivi.
Un cult che merita tutta la vostra attenzione.
Un gioco da riscoprire e da tenere di conto quando ci troviamo a mettere su carta una vera storia dei videogiochi, e l’origine di alcune delle idee più interessanti che hanno dato i natali ai generi stessi.