Darwinismo mutante
Uscito nel 1992, Evo: search of eden è un titolo davvero unico e straordinario. Ci troviamo infatti di fronte a un action con forti componenti rpg che ci mette nei panni di una creatura e della sua evoluzione in un arco di diversi millenni. Il nostro scopo? Partire da un organismo estremamente semplice fino a diventare un semi-Dio, capace di divenire compagno di Gaia, personificazione della terra e della vita. Ecco che ci troviamo di fronte a qualcosa che si muove nei territori dell’esoterismo così come in quelli della scienza, un gioco strano unico e davvero appassionante che, nell’era del retrogaming diventa ancora più prezioso per le sue caratteristiche davvero peculiari.
Mangiare e cambiare
Il gameplay si basa sostanzialmente sull’eliminazione degli avversari che, una volta consumati, ci daranno la possibilità di spendere dei punti da utilizzare per modificare il nostro corpo. Eccoci quindi mutare gradualmente e, lentamente, crescere, sviluppare nuovi arti, fortificare denti e corazza fino a spostarci dal mare alla terra ferma in una lenta ascesa verso il cielo. Nonostante le sequenze action sia molto semplici, il fascino del gioco e la voglia di vedere le nuove mutazioni in attesa di cambiare bioma, portano il giocatore a spingersi avanti in un meccanismo che finisce per diventare additivo.
Creatività d’altri tempi
Evo si inserisce tra quei giochi unici, dove la creatività e il pionierismo del videogioco del passato si mostrano in tutta la loro forza, senza paura di innovare e di creare qualcosa che si distacca da tutto ciò che conosciamo.
Il nostro consiglio è di recuperare questo titolo e giocarlo, perché altrimenti vi perdereste davvero un piccolo capolavoro che forse oggi, più di ieri, riesce ad appassionarci a metterci di fronte a meccaniche e idee lontanissime e ben distaccate dalla dittatura dei generi e dal copia incolla del mercato videoludico attuale.