Sperduti sul pianeta psichedelico
Uscito nel 1988, Exile è un titolo estremamente interessante che merita assolutamente di essere rivisitato e giocato anche oggi.
Ci troviamo infatti di fronte a un arcaico metroidvania forte di una trama potente e di un sistema di gioco davvero innovativo.
A metà tra il simulativo e l’arcade, infatti, Exile di mette alla guida di Mike Finn, un astronauta spedito su uno strano pianeta a recuperare un ingegnere psicotico con modifiche nella genetica. Un sorta di cuore di tenebra spaziale che ci vedrà avventurarci per il pianeta sconosciuto scoprendone i segreti e vagando con il nostro jetpack, oltre che attraversando strani portali in un gameplay che precorre per certi versi il celebre Portal.
La grandezza di questo gioco sta proprio nella sua ambizione. Avremo infatti moltissime possibilità di azione, oltre che la possibilità di esplorare un mondo piuttosto vasto e intricato, all’interno del quale l’IA delle creature prenderà in considerazione i suoni che produciamo così come la loro linea visiva, risultando una innovazione incredibile per l’epoca di uscita del titolo.
Esplorazione retrò
L’esplorazione di Exile è notevole e appagante, il gioco ci permette inoltre di affrontare la trama come preferiamo, dandoci degli obiettivi che potremo raggiungere nell’ordine che vogliamo. Questo elemento si aggiunge alle serie di novità introdotte da Exile.
C’è poi l’elemento della fisica, il nostro astronauta dovrà quindi prendere i considerazione il vento, così come la velocità di volo, mettendo i giocatori di fronte a statistiche e modifiche ambientali mai viste prima nel mondo dei videogiochi.
Exile è di fatto un prodotto dalle caratteristiche assolutamente moderne, uscito però agli albori del videogioco. Questo dettaglio lo rende un prodotto davvero fondamentale per chiunque ami questo media, oltre che un must play per tutti i possessori di Amiga.
Risulterà macchinoso e strano in certi frangenti, ma Exila merita davvero tutta la nostra attenzione.