Orrori fotografici
Uscito in europa nel 2003, Fatal Frame, conosciuto in patria come Project Zero è un titolo di genere survival horror che affonda le sue radici nello spiritismo e nel folklore giapponese.
Ci ritroviamo di fronte a una produzione in grado di cavalcare l’ondata horror nipponica arrivata in occidente in quel periodo e di proporre qualcosa capace davvero di spaventare oltre che appassionare con la sua storia oscura e occulta.
Il gioco ci vede nei panni di una ragazzina che si addentra all’interno di un misterioso palazzo alla ricerca di suo fratello, sparito mentre cercava a sua volta il suo mentore, uno scrittore horror in cerca di ispirazione e il suo assistente.
Ha inizio così un’avventura che si svolge in ambienti claustrofobici e oscuri all’interno dei quali ci troveremo a raccogliere indizi e a combattere terrificanti entità sfruttando una misteriosa macchina fotografica che incontreremo all’interno dell’edificio e definirà il gameplay del titolo.
Fotografare i fantasmi
Gli scontri con le creature saranno basati sulla nostra capacità di seguirli con l’obiettivo, in modo tale da caricare dei simboli e caratteri giapponesi in grado di danneggiarli e eliminarli. Il gioco ci vede costantemente in una situazione di svantaggio, vittime degli orrori ce abitano la casa. La tensione è palpabile, così come non mancano i jumpscare. Il punto dove però Fatal Frame trionfa, oltre all’originalità dell’idea, sta proprio nella capacità di creare una sensazione di inquietudine costante, un’attesa dell’orrore e dello spavento che metterà a dura prova i più impressionabili.
Fatal Frame è in conclusione un titolo che merita la vostra attenzione, e che meriterebbe addirittura l’acquisto di una Playstation 2 a buon prezzo anche solo per godere di questo piccolo capolavoro del survival horror.
Un prodotto estremamente nipponico la cui follia e deviazione si sposano perfettamente con il gusto occidentale e per l’amore per l’horror giapponese che continua a essere molto sentito, al momento attuale nell’ambito del fumetto con autori come Junji Ito.