Final Fight resta una pietra miliare del genere picchiaduro e delle vecchie sale giochi, ma sui formati da casa ebbe meno fortuna rispetto alla versione arcade. L’eccezione alla regola, per quanto non esente da difetti, fu l’adattamento “postumo” per Mega CD uscito ben quattro anni dopo lo stesso coin-op. Non ebbe grande diffusione o popolarità, visto il prezzo esagerato del lettore CD-ROM per Mega Drive, ma resta una buona conversione.
“Buona” e non “ottima” per una serie di problemi che cozzano con la presunta fedeltà totale verso il gioco da sala. La censura, prima di tutto, che toglieva diversi elementi grafici alle versioni americana ed europea per motivi inspiegabili. Tra questi, gli schizzi di sangue dopo certi colpi, i vestiti provocanti di alcune ragazze e perfino i nomi originali di vari nemici. Si parla del 1993, dopotutto, quando ai videogiochi (da casa) non era concesso quasi nulla. Inutile dire che la versione giapponese non aveva visto l’intervento delle stesse forbici.
Più che altro, l’adattamento per Mega CD doveva fare i conti con i limiti hardware della console “base”. Se l’uso del CD-ROM aveva ampliato lo spazio disponibile, la grafica era sempre quella. Rispetto al coin-op aveva meno colori e soffriva di qualche imperfezione (come il flickering nelle fasi più caotiche). Però tutti i personaggi, i fondali e le animazioni dell’originale erano arrivate su disco, a dimostrazione che Capcom ci tenesse a non fare brutta figura.
Grazie al supporto ottico, una cosa futuristica ai tempi, c’erano anche piccoli extra come il doppiaggio nell’introduzione e una modalità Time Attack. Niente di clamoroso, ma dimostrava un certo impegno da parte degli sviluppatori in un’epoca in cui le conversioni da coin-op non erano sempre soddisfacenti. Soprattutto, restava intatta l’eccezionale formula dell’originale, basata su poche mosse e sulla conoscenza dei singoli personaggi.
Giocato in due, nel classico multiplayer sulla stessa console e TV, Final Fight CD era allo stesso livello del gioco arcade come pure divertimento. La varietà delle ambientazioni, gli scontri con i boss sempre spettacolari, le musiche molto orrecchiabili…quando si parla di classici, pochi titoli possono competere. Si poteva fare di meglio? Non su questo formato e, comunque, l’essenza del coin-op non aveva subito riduzioni.