Impossible Mission resta uno dei classici senza tempo del mondo dei videogame e, insieme, uno dei titoli più frustranti e penalizzanti di sempre. Con questo titolo, Epyx riuscì a unire nel lontano 1984 caratteristiche di generi molto diversi e spesso non ancora conosciuti: platform, action e strategici solo per citarne alcuni. Inoltre, riuscì a usare la sintesi vocale quando già era un miracolo vedere più di cinque colori sullo schermo.
Ispirato nell’ambientazione ai classici film di spionaggio, Impossible Mission sfruttava la paranoia degli anni ’80 verso tecnologia, computer e armi nucleari. Con un limite di tempo di sei ore, e vite infinite, dovevamo fermare i piani del classico scienziato pazzo trovando la password richiesta per entrare nel suo bunker. Prima, dovevamo esplorare decine di stanze, perlustrando ogni angolo ed evitando accuratamente i suoi robot killer.
L’inquadratura era laterale e le dinamiche simili ai giochi di piattaforme ma con elementi molto originali: il protagonista era infatti disarmato e, pur agile, praticamente indifeso. Inoltre, molti elementi del gioco cambiavano ad ogni partita, iniziando dalla disposizione degli oggetti da raccogliere. Questo particolare, insieme alla difficoltà elevata lo resero (e lo rendono ancora oggi) tra i titoli più complessi presenti su Commodore 64.
Ma il fascino di Impossible Mission resta innegabile, grazie al design della grafica e al perfetto funzionamento di tutte le caratteristiche base. Senza contare la varietà e profondità di gioco: ad esempio, potevamo bloccare temporaneamente i robot tramite appositi terminali, così da guadagnare qualche secondo prezioso. Detto questo, il problema della difficoltà “spietata” fece desistere molti giocatori ben prima di avvicinarsi alla fine.
Il titolo firmato Epyx ebbe vari adattamenti e seguiti, nonché remake abbastanza recenti usciti anche su console portatile. Tutti, o quasi, conservano intatto lo schema di gioco originale a dimostrazione di quanto fosse innovativo e già perfettamente riuscito ai tempi. Non a caso parliamo di un classico, che rievoca fastidi pensando a tutti i tentativi spesi per completarlo, ma che resta comunque una pietra miliare.