L’altro lato del muro
KGB è un titolo del 1992 che ci vede interpretare un agente del KGB durante l’epoca che precede la fine dell’Unione Sovietica. Eccoci quindi a districarci tra membri del partito, superiori e a investigare sulla morte di un agente in congedo, un omicidio che aprirà la strada a un complotto ben più grande di quello che pensiamo. A differenza dei classici punta e clicca, KGB è estremamente difficile e prevede un game over molto facile da raggiungere, così come errori che possono compromettere l’intera avventura, facendoci di fatto proseguire su un binario morto.
Direzione artistica straordinaria
Graficamente il gioco è stupendo, anche oggi brilla nella sua caratterizzazione e nella sua pixel art di livello altissimo. Tutto è credibile, bello, caratterizzato al massimo, ogni elemento partecipa al senso di immersione che il gioco crea fin dalle primissime fasi. Un comparto tecnico di livello per un design e un concept assolutamente unici che rendono questo gioco una vera e propria perla del passato e una possibile fonti di ispirazione allo splendido e recente Papers Please.
Il gioco p incredibilmente realistico nonostante giochi con elementi fumettosi e con un’atmosfera che fonde la storia di spionaggio con il poliziesco più classico.
Una grande avventura grafica
KGB è in conclusione un titolo straordinario. Un prodotto il cui unico difetto è forse la difficoltà e la frustrazione di dover rigiocare da capo in caso di scelte sbagliate fatte magari nelle prime fasi di gioco che si ripercuotono dopo ore di avventura.
Un titolo sicuramente unico nel suo genere che farà la gioia degli amanti del retrogaming e dei prodotti più peculiari e unici dell’età dell’oro del videogioco.
Da recuperare senza alcun dubbio, un gioco capace di entusiasmare e di divertire che non ha niente da invidiare ai prodotti più moderni. Un titolo di altissimo livello che brilla ancora oggi nella sua figura di Cult.