Oltre a inventare cosette come il joypad e il primo Game Boy, Gunpei Yokoi trovava il tempo di supervisionare anche la produzione di titoli come Kid Icarus. Considerato uno dei tanti giochi “cult” del Nintendo Entertainment System, univa elementi di più generi confezionando il tutto nella mitologia greca. Il risultato ultimo, sebbene non all’altezza di Mario o Zelda, fu un altro successo di vendite targato Nintendo.
Era solo il 1986 ma l’innovazione, al contrario di oggi, andava di pari passo con quasi ogni nuova uscita nel settore videogame. In questo caso, la novità era rappresentata dal sistema di salvataggio via password (rarissimo all’epoca) ma soprattutto dalla struttura mista platform/shooter/gioco di ruolo. Essenzialmente, Kid Icarus era un gioco d’azione a piattaforme con elementi sparatutto, dove controllavamo un angioletto impegnato a trovare l’uscita del livello.
Ma bastavano pochi minuti per rendersi conto che c’era molto di più, sotto l’apparenza minimalista per non dire “spartana”. Più strade da percorrere, bonus nascosti, stanze ripiene di bonus…l’elenco potrebbe continuare ma è già chiaro che Nintendo ne aveva fatta un’altra delle sue. Giocare Kid Icarus voleva dire impegnarsi su tutti i fronti perché servivano sì ottimi riflessi ma anche una discreta dose di cervello.
L’unico, enorme, problema si trovava nel livello di difficoltà che oggi finirebbe sui giornali scandalistici. Dopo ogni vita persa si ripartiva dall’inizio e spesso voleva dire rifarsi parecchie schermate ripiene di ostacoli e nemici senza la benché minima concessione. Ma era il modo spietato con cui il computer ci assaliva a dare particolarmente fastidio: da un momento di relativa calma si passava alla guerra totale in pochi secondi.
Nonostante questo limite, parzialmente limitato dalle password, Kid Icarus viene riconosciuto come un classico della prima era NES ed è difficile smentire questa definizione.
Già l’uso misto di livelli a scrolling verticale, orizzontale o a schermo fisso, unito a tutte le influenze da altri generi, basta a renderlo qualcosa di unico (per l’epoca). Purtroppo non ha mai avuto la popolarità degli illustri colleghi Mario e Zelda, ed è per questo che ha visto pochissime uscite. Ma Pit, l’angioletto protagonista, rimane un punto fermo dei personaggi Nintendo non a caso…