Quando il Commodore 64 era ormai morto e sepolto, dal punto di vista commerciale, gli irriducibili fratelli Rowlands e l’etichetta inglese Apex Computer Productions offrirono la loro ultima prova di forza. Mayhem in Monsterland fu proprio questo: l’ultima dimostrazione che il C64 era stato una vera e propria leggenda per il mondo dei videogame. Ma cos’era esattamente? Un gioco di piattaforme ispirato alle console ed esteticamente spettacolare.
Il suo maggiore pregio è ancora oggi la realizzazione tecnica che riusciva a superare molti limiti (veri o presunti) del Commodore 64. Tra questi, la difficoltà a muovere velocemente grandi porzioni di grafica e, allo stesso tempo, gestire molti oggetti su schermo. Mayhem in Monsterland non solo ci riusciva, ma lo faceva con estrema disinvoltura: colori a parte, sembrava un gioco per NES o Master System se non addirittura per Amiga.
Peccato che gli stessi Rowlands avessero ancora molto da imparare a livello di gameplay. Grafica a parte, la struttura era molto derivativa e sapeva di già visto, mentre i comandi presentavano dei grossi difetti. Il più importante era l’inerzia eccessiva del personaggio e la difficoltà nel calibrare i salti, che facevano finire troppo spesso in qualche precipizio. Inoltre, Mayhem in Monsterland non offriva nulla di nuovo risptto ai tanti platform già sul mercato.
Ogni livello andava completato due volte, prima in versione “triste” in bianco e nero e poi nella controparte allegra. Un’idea simpatica all’inizio, che però veniva a noia più avanti nel gioco quando si ripetevano di continuo le stesse sezioni. Per fortuna, la simpatia dei personaggi e l’ottima grafica erano superiori alla monotonia generale. Ma eravano già nel 1993 e le console dominavano la scena, non bastava offrire un’altra imitazione per quanto buona fosse.
Visto il periodo di uscita, troppo tardi per cambiare le sorti del Commodore 64, quasi nessuno prestò attenzione a questo gioco che infatti è stato rispolverato solo grazie al retrogaming. Le riviste dedicate al C64 erano ormai scomparse come i negozi che trattavano ancora questo formato: Internet non c’era e quindi era impossibile venirne a conoscenza. Ma guardate il video sottostante e provate a non restare impressionati dalla grafica…