Microprose Soccer è stato il precursore dei giochi di calcio moderni, anche se ai tempi era poco più di un semplice giochino arcade. Lo si vedeva chiaramente nella velocità esagerata, nell’assenza dei falli e di altre caratteristiche standard durante la partita. Eppure ebbe un impatto clamoroso sul pubblico di fine anni ’80, dando inizio a una striscia di successi invidiabile per l’allora sconosciuta Sensible Software.
Jon Hare e compagni avevano realizzato un titolo sportivo estremamente immediato e giocabile, con alcune idee geniali (tipo le regolazioni pre partita) che sarebbero tornate nei molti successori. Microprose Soccer, pur senza licenze altisonanti e sponsorizzazioni, era uno spettacolo da giocare per chiunque grazie ai controlli molto semplici. Si faceva tutto con un tasto e l’azione era concentrata sull’effetto dato al pallone dopo il tiro.
L’assurdità insita nel gioco si vedeva proprio nei tiri, con le “fucilate” da fuori area in diagonale che coglievano quasi sempre di sorpresa i portieri. Senza contare il già citato effetto, poi diventato standard per altri giochi di calcio. In questo caso, il pallone era come se prendesse vita dopo il tiro, cambiando direzione a piacimento. Una volta assodato che si era di fronte a un arcade, non restava che sfidare gli amici in vere e proprie goleade.
La genialità del team di sviluppo, poi diventato celebre su Amiga, spuntava nei tanti tocchi di classe come le simpatiche esultanze dei compagni dopo il gol, oppure il replay. Quest’ultimo mostrava un finto effetto rewind in stile videocassetta, dando all’azione un aspetto molto televisivo. Senza contare che il computer era molto aggressivo già nelle prime partite, così da rendere anche il gioco in singolo degno di nota.
A causa dei limiti strutturali rispetto ai titoli arrivati dopo, su sistemi più potenti, Microprose Soccer venne dimenticato rapidamente e già era scomparso nei primi anni ’90. In parte per colpa dell’erede Sensible Soccer, sviluppato dallo stesso team creativo ma complessivamente migliore. In ogni caso, per il breve tempo in cui è rimasto sugli schermi, ha rappresentato una vera e propria finale.