Nostalgia canaglia
Mighty Max esce nel 1995 per Super Nintendo, ricevendo vari porting su svariate piattaforme. Il colpo basso del titolo è prendere la licenza della straordinaria serie animata (con relativi indimenticabili giocattoli in stile Polly Pocket horror) e sostanzialmente gettarla via, distanziandosi dallo show televisivo e catapultandoci in un mondo dove, siamo sì, felici di utilizzare Max, vedere Virgil e tutti i personaggi che caratterizzano la mitica serie, ma ci troviamo ad avere a che fare con un gameplay a dir poco abominevole e generico.
Il povero Max si ritrova infatti all’interno di una sorta di puzzle game con nemici che possiamo mettere fuori gioco e scaraventare in giro per lo schermo. Sono imprecisi i comandi, e apparentemente senza una logica le mappe dei vari livelli, scarne e senza la minima qualità che possa riportare ai fasti della serie.
Un gioco privo di senso con degli sprite di livello
La sensazione che si prova è che sia stato preso un titolo generico e inutile, per poi inserire in maniera casuale gli sprite con i personaggi della serie. Ecco che ci ritroviamo all’interno di un brutto gioco, bruttissimo, che utilizza la voglia di interpretare il mitico Max per coinvolgerci in meccaniche noiose, con comandi che sembrano più un glitch che i veri movimenti del nostro personaggio.
Tutto da buttare
Non si salva niente purtroppo in questo Mighty Max, se proprio vogliamo trovare qualcosa di valido, accontentiamoci della musichetta rock nel menù iniziale che, per un istante, ci fa immaginare un gioco ispirato alla serie sviluppato nel modo giusto.
Mighty Max si aggiunge così a tutti quei titoli che, accanto a grandi capolavori, affollavano le librerie delle consolle anni 90, giochi sviluppati tanto per fare, per ottenere qualche vendita, consapevoli di aver raggirato la propria utenza. Volete un titolo davvero orrendo? Giocate a questo Mighty Max e non rimarrete delusi!