Oscurità perfetta
Perfect Dark esce nel 2000 e ci porta in un mondo che fonde Ghost in the shell con Blade Runner, passando per Metal Gear e un forte tono personale in grado di sorprendere con lo svolgimento e i colpi di scena della trama. Il titolo è uno sparatutto in prima persona basato però sulle infiltrazioni, una sorta di Metal Gear in prima persona con un tocco di Goldeneye. La peculiarità di Perfect Dark, affrontato al giorno d’oggi, è proprio quella di scoprire un’altra Nintendo, la casa capace di sfornare titoli come questo sulla sua Consolle di punta, senza andare quindi a cadere nell’ossessione per l’utenza più giovane del momento attuale. E’ splendido vedere un prodotto del genere, la voglia di tener testa alla rivale Sony e di proporre tematiche cupe e dark anziché il perenne colorato mondo della grande N, impeccabile sicuramente ma anche stucchevole quando ci troviamo di nuovo tra le mani titoli come questo o, tanto per citare, un Ethernal Darkness.
Silenziatori e segreti
Perfect Dark ci mette nei panti di un agente segreto impegnato in una serie di operazioni che la porteranno a scoprire un complotto gigantesco e interplanetario, tra automi, alieni, basi segretissime sul fondo dell’oceano e chi più ne ha più ne metta. La grafica, oggi scricchiola un po’, nonostante ai tempi fosse straordinaria, è comunque facile abituarsi e apprezzarla in tempi brevi, lasciandoci coinvolgere dal gameplay e da una incredibile cura del dettaglio che vediamo dalle prime fasi di gioco, basti pensare al puntamento della pistola che cambia in maniera naturale animando il nostro punto di vista in modo eccellente.
Infiltrarsi di nuovo
Perfect Dark è un grandissimo gioco che merita di essere riscoperto anche al giorno d’oggi, un titolo complesso e profondo che guardava molto avanti e al quale moltissime saghe possono dire di essere debitrici.
