Predator è un classico della fantascienza nel mondo del cinema e, come tanti successi del grande schermo, ha visto un adattamento per Commodore 64 che definire “mediocre” è poco. Sul finire degli anni ’80, Activision tentò di portare gli elementi chiave del film sui formati da casa, realizzando due versioni per lo stesso C64 (europea e americana) piuttosto diverse tra loro.
Entrambi erano sparatutto a scorrimento con influenze da altri generi come picchiaduro e puzzle game, inseriti in una manciata di scenari ripresi dall’omonima pellicola. Nei panni dell’inconfondibile Arnold Schwarzenegger, dovevamo superare i soldati nemici e le attenzioni indesiderate dell’alieno. Quest’ultimo, con una trovata di stile veramente azzeccata, appariva inizialmente solo come visore cambiando addirittura i colori dello schermo.
Ma era tutta la parte tecnica a essere ben realizzata, per l’epoca. Le animazioni del personaggio principale, lo scrolling in parallasse degli elementi in primo piano, le musiche…tutto faceva di Predator un gioco molto bello da vedere. Meno da giocare vista la difficoltà esagerata, il pessimo sistema di controllo e la potenza altrettanto esagerata dei nemici. Questi ultimi avevano zero alla voce intelligenza artificiale, puntando solo sul numero e sull’insistenza degli attacchi.
Dicevamo delle due versioni per Commodore 64: quella vista in europa (nel video sottostante) era veloce ma priva di molti elementi e pressoché “incompletabile”. Pare che gli sviluppatori si fossero dimenticati di rendere interattivo l’ultimo enigma del gioco, così da rendere l’alieno imbattibile. Negli Stati Uniti, invece, c’era un inventario e degli oggetti da raccogliere insieme a un’introduzione con varie immagini prese dal film.
Ma nemmeno i nostri amici americani poteva gioire fino in fondo, perché la velocità era stata abbassata troppo così da rendere i movimenti del personaggio (e dello scrolling) troppo scattosi. Insomma: nonostante ben due tentativi e l’impegno speso nella grafica, nemmeno Activision riuscì a sfuggire alla maledizione dei tie-in. Quest’ultima dice che più un film, o fumetto, è famoso e peggio verrà l’adattamento nei videogame. Predator per Commodore 64, malgrado alcune qualità estetiche, è uno dei titoli che lo dimostra chiaramente.