R-Type Delta riuscì a trasportare le migliori qualità dei classici da sala giochi su console, cambiando totalmente l’aspetto grafico. Era la fine del 1998 quando uscì in Giappone, l’anno dopo arrivò in occidente, trasportando su PlayStation le migliori caratteristiche di una serie già amata da tutti. Da una decina d’anni, R-Type era considerato il gioco-simbolo degli sparatutto orizzontali, quelli che allora si chiamavano “shoot’em-up”.
Sulla console Sony, dove tra l’altro restò in esclusiva, adottava per la prima volta un motore grafico interamente poligonale e alcune novità nella struttura di gioco. Tra queste, c’era una maggiore scelta di astronavi con il relativo armamento, insieme a nuove “super attacchi” attivabili assorbento i colpi nemici. Ma l’elemento più caratteristico restava la grafica, pur ripiena di spigoli e generalmente meno definita rispetto agli antenati in 2D.
Irem riuscì a sfruttare le tre dimensioni conservando intatta la struttura a scrolling orizzontale. Lo fece inserendo più effetti speciali e modifiche dinamiche allo scenario, che ruotava e cambiava aspetto sotto alla nostra astronave. Se nelle foto non è ben chiaro di cosa stiamo parlando, vi basta un’occhiata al video per capire tutto nei dettagli. La casa nipponica, dimostrando ancora un certo talento, era riuscita ad accontentare il progresso e i fan.
Ma R-Type Delta era anche un buon gioco a livello di struttura e gameplay, al di là della solita difficoltà esagerata e di certi passaggi troppo frustranti. Questi difetti fanno parte, da sempre, dell’intera serie che li mantiene intatti da un capitolo all’altro forse per tradizione. Di fatto, anche su PlayStation bisognava essere molto fortunati, o rapidi con i comandi, per superare alcuni livelli.
L’ottima cura spesa nel realizzare nemici e scenari copriva tutte le incertezze strutturali: i boss, soprattutto, erano un vero spettacolo con le loro armi enormi. Perfino il sonoro, che in un action game tende a passare in secondo piano, aumentava il coinvolgimento dell’azione grazie alle ottime musiche. Come gran parte degli altri capitoli, insomma, anche R-Type Delta riuscì a mantenere gli standard elevati per cui è conosciuta l’intera serie.