Il fatto che uno sparatutto mediocre sia la migliore versione di Rambo vista in formato videogame, almeno finora, la dice lunga sui cosiddetti “tie-in”. Gli adattamenti di film e fumetti erano già pietosi, salvo qualche eccezione, a fine anni ’80 quando Sega scelse di riportare su Mega Drive un film nemmeno troppo entusiasmante. Rambo III viene visto oggi come l’episodio più involontariamente comico della saga, dato che promuoveva l’azione terroristica in Afghanistan.
Al di là delle questioni legate alla pellicola, l’adattamento su console era un discreto sparatutto inquadrato dall’alto. Gameplay e grafica riprendevano alla lettera molti successi precedenti e l’obiettivo era sempre completare ciascun liello cercando di restare in vita. Ogni tanto c’erano obiettivi extra come recuperare ostaggi, ma non modificavano di tanto l’azione basata sulle sparatorie non stop.
La grossa differenza sui molti concorrenti era negli scontri di fine livello con i boss, rappresentati come elicotteri o carriarmati. In questi mini livelli, Rambo veniva inquadrato di spalle e doveva combattere usando solo l’inconfondibile arco. Per l’epoca, la realizzazione di queste fasi era spettacolare e l’uso della prospettiva simil 3D contribuiva a far sembrare tutto molto avveniristico.
Peccato che, come il resto del gioco, questi duelli fossero limitati e molto brevi: pochi secondi e si passava al livello successivo. Ma era tutto Rambo III a durare davvero poco, giusto un paio d’ore o anche meno se eravamo abbastanza allenati. La difficoltà generale restava alta anche regolandola verso il basso, ma c’era talmente poco da fare in ogni scenario che non serviva troppa pratica per arrivare alla fine.
Ancora oggi, Rambo III sembra la demo di quello che poteva essere un ottimo gioco con più libertà d’azione, maggiore varietà e qualche nemico extra. Probabilmente, Sega ha avuto fretta di pubblicarlo appena possibile, per rifornire la sua console di giochi nel periodo di lancio. Il risultato è che pochi se lo ricordano o lo hanno recuperato, dopo il poco tempo speso a finirlo la prima volta.