Raspberry Pi è un tipo di computer che per sua natura si presta molto a modifiche e trasformazioni di ogni sorta. Questo perché Raspberry Pi è un progetto che nasce proprio con il fine ultimo di promuovere lo studio dell’informatica, soprattutto nelle scuole e tra i giovani, e allo stesso tempo abbattere i costi esorbitanti, seppur giusti, che normalmente questo tipo di operazione richiede. La Raspberry Pi Foundation, infatti, è un’associazione benefica che agisce in Inghilterra e Galles e che ha reso open source gli schemi e il layout del circuito del primo prototipo di Raspberry Pi realizzato.
Cos’è Raspberry Pi?
La prima versione di Raspberry Pi era una scheda grande più o meno quanto una pen drive USB, con ai lati solo una porta USB e una porta HDMI. In pratica, Raspberry Pi è un single-board computer, ovvero un computer che, montato tutto su una singola scheda madre, non ha bisogno di altro per funzionare, se non l’alimentazione, una scheda SD che funge da hard disk e le periferiche che vuoi utilizzare.
Esistono varie versioni di Raspberry Pi, che cambiano in quanto a sistema operativo preinstallato: Raspbian, Fedora, Arch e altre distribuzioni Linux.
L’ultima versione, Raspberry Pi 3, implementa addirittura i moduli per bluetooth e wi-fi.
Raspberry Pi diventa emulatore
Se c’è una cosa che i retrogamer sanno bene è che qualsiasi computer può diventare un emulatore e ci può consentire di giocare con i nostri titoli preferiti.
Raspberry Pi non fa eccezione: esistono software appositi in grado di emulare i titoli dei classici videoludici più in voga. Sì, beh, più in voga trent’anni fa.
Uno di questi, nonché quello recensito tra i migliori emulatori per Raspberry Pi, è RetroPie.
RetroPie è un progetto indipendente sia da Raspberry Pi che da Raspbian, il sistema operativo su cui si basa. I costi contenuti ci consentono di avere, al prezzo di pochi euro, una console coi migliori retrogames in casa.
Esiste una guida sul sito ufficiale per installare RetroPie, ma in realtà la procedura è piuttosto semplice.
Installare RetroPie
Il modello che assicura le migliori prestazioni è Raspberry Pi 3 Model B, ma c’è un pacchetto disponibile per ogni esigenza. Dopodiché basta dotarsi di tutte le periferiche che normalmente servirebbero su un computer, uno schermo HDMI e la possibilità di connettersi a internet: su Raspberry Pi 3 il wi-fi è implementato di serie, mentre per le versioni precedenti bisognerà procurarsi un dongle apposito. In alternativa, un cavo ethernet andrà benissimo per tutte le versioni. Naturalmente, servirà una SD card.
Dal sito ufficiale è possibile scaricare l’immagine da montare direttamente sulla SD card, comprensiva di sistema operativo e tutti i software e le dipendenze necessarie per far funzionare RetroPie. In alternativa, gli autori forniscono anche una versione da installare su un sistema operativo Raspbian già installato in precedenza.
Per montare l’immagine sulla SD card, inoltre, bisognerà utilizzare un programma apposito, come Win32DiskImages per Windows, Apple Pi Baker per Mac OS o Etcher per Linux.
Al primo avvio, RetroPie ci consentirà di configurare i pulsanti di un eventuale controller che collegheremo per giocare.
Giochi disponibili
Potenzialmente, è possibile giocare a migliaia di titoli di retrogaming, poiché è possibile installare decine di emulatori diversi per tutte le console degli anni ’80 e ’90. Sul sito di RetroPie è possibile trovare una guida per installare ogni singolo emulatore. È possibile installare le ROM in diversi modi, anche se quello più semplice è farlo tramite dispositivo USB (per questo la versione 3 è quella consigliata).
Conclusioni
Raspberry Pi si presta perfettamente ad un adattamento come emulatore e considerata la vasta gamma di software disponibili, le possibilità di gioco sono tantissime e nonostante le dimensioni molto ridotte dell’hardware le prestazioni sono di tutto rispetto, specie se si considera il fatto che è possibile giocare i classici del retrogaming su uno schermo HDMI e con un controller configurabile a proprio piacimento.
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