Dopo trent’anni Guybrush e le sue avventure tornano in un capitolo ufficiale scritto dal team originale.
Si tratta di un titolo che non può mancare nella collezione degli amanti delle grandi avventure grafiche Lucas, e di un gioco capace di unire passato a presente in un capolavoro che ha già conquistato la critica mondiale.
Dopo le polemiche sullo stile grafico, dove è stato scelto uno stile particolare, capace di rinnovare la serie e di adattarla ad un’uscita moderna, ecco che Return to Monkey Island arriva, azzittendo anche i detrattori più accaniti.
Il ritorno di Monkey Island
La prima cosa da notare è come si tratti di un vero e proprio sequel, per la precisione del terzo capitolo nel canone del team originale del gioco.
Eccoci quindi riprendere le fila di una storia che si è interrotta trent’anni fa e che ci porterà alla riscoperta di tante cose che magari avevamo dimenticato e di tante nuove meraviglie degne di un titolo che non è un’operazione nostalgia, ma la conclusione di una saga strepitosa che ha fatto sognare milioni di giocatori di ogni età.
Per giocare a Return of Monkey Island bisogna aver giocato i primi due?
Se non siete pratici di polli di gomma, potreste non godervi come merita il nuovo capitolo.
Il consiglio è di giocarli proprio, magari con una guida per superare gli enigmi più complicati con la fretta di giocare al nuovo capitolo.
Se non avete voglia di tornare ai vecchi capitoli (che vi riconsiglio perché sono ancora oggi stupendi), potete vederle giocati per intero su Youtube.
In alernativa sono presenti diversi riassunti di Monkey Island online, ma non sono assolutamente la stessa cosa.
Non sarebbe stata una brutta idea includere i primi due giochi nel nuovo, così da permettere alle nuove leve di conoscere questa splendida saga.
In ogni caso, tra malinconia e risate Monkey Island è tornato.
